«Quando ho cominciato a dipingere, della pittura si diceva: “Painting is dead”. Mi sembrava una situazione interessante per la pittura... la morte può essere rinfrescante, così ho iniziato a occuparmi di necrofilia... Trattare la storia allo stesso modo in cui il dottor Frankenstein maneggia le parti del corpo... Natura morta...»(1). La testimonianza è di pugno dell’artista americano Steven Parrino (1958-2005), la cui pittura monocroma nera contrassegnerà gran parte della sua produzione.
Quanto segue è altrettanto spiazzante: il lettore non troverà alcun riferimento al Quadrato nero di Malevič, di cui si celebra quest’anno il centenario
della prima esposizione pubblica a San Pietroburgo e di cui una recente mostra alla Whitechapel di Londra ha ripercorso la fortuna fino ai nostri giorni
(altrove, in questo numero della rivista, si parla dell’imminente mostra a Bergamo). E nemmeno riferimenti a Piet Mondrian, Yves Klein, Piero Manzoni,
né a Barnett Newman, Ellsworth Kelly, Robert Ryman.