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IL RITRATTO ITALIANO NEL RINASCIMENTO

Ottobre 2024

ART E DOSSIER N. 424

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ROMANINO

ART E DOSSIER N. 425

Esplora l'arte contemporanea e le affinità tra Miró &amp; CoBrA ad Amstelveen. Scopri il fascino dei futuristi italiani con Balla a Mamiano e immergiti nel mondo di Monet a Torino.

Art news

finestre sull’arte - Una terra prolifica di Federico Giannini

cortoon - Der Schwarzfahrer / Viaggiatore in (bianco e) nero di Luca Antoccia

arte contemporanea - Biennale di Atene di Cristina Baldacci

blow up - Berengo Gardin, Sandberg, War is over! di Giovanna Ferri

arte in coppia - Angela Detanico e Rafael Lain. Nuovo alfabeto visivo di Cristina Baldacci

XXI secolo - L’arte del “packaging” giapponese - Un imballaggio eco-friendly di Paola Scrolavezza

Arte e cinema - Le fonti pittoriche di Hayao Miyazaki - Pittore d’anime di Luca Antoccia

Grandi mostre. 1 Miró & CoBrA ad Amstelveen - Affinità tra sperimentatori di Paola Testoni de Beaufort

XX secolo - Daido¯ Moriyama - Un cacciatore on the road di Walter Guadagnini

Grandi mostre. 2 Balla a Mamiano di Traversetolo (Parma) - Futurista e impossibile di Melisa Garzonio

il museo immaginario - La baronessa a cui Duchamp rubò un orinatoio

Studi e riscoperte. 1 Giapponismo e arti decorative tra Otto e Novecento - Il piacere di fluttuare tra le onde di Francesco Morena

Grandi mostre. 3 Monet a Torino - L’esploratore della luce di Virginia Bertone

pagina nera - Mi fai la galleria e poi la butto via di Fabio Isman

Studi e riscoperte. 2 Nature morte con “colazioni” nell’Olanda del XVII secolo - Un limone è un limone? di Massimiliano Caretto

Musei da conoscere - Il Mao - Museo d’arte orientale di Torino - Scommettere sulla bellezza dell’altro di Antonio Aimi

Aste e mercato a cura di Daniele Liberanome

in tendenza - Hokusai, mille nomi ma un solo carattere di Daniele Liberanome

il gusto dell’arte - Seduto in quel caffè di Ludovica Sebregondi

Cataloghi e libri a cura di Gloria Fossi

di che segno sei? Benvenuto Cellini. La salamandra di Haydée Rodinis

Versione cartacea

Grandi mostre. 2 Bella a Mamiano di Traversetolo (Parma)  e impossibile futurista Un intruso nella sede della raccolta Magnani? Non per chi conosce bene i gusti del collezionista. Dal primo Novecento ai lavori futuristi, fino agli anni Trenta e Quaranta, l’opera di Giacomo Balla è in mostra nella Villa dei capolavori. Melisa Garzonio he ci fa il “brutale” manifesto tra i raffinati argenti, le incisioni e le pagine miniate della casa del collezionista Luigi Magnani? E perché mettere insieme il parolibero Marinetti con il sublime e distaccato raccoglitore di meraviglie, dagli antichi Dürer, Tiziano, Goya, a Monet e altri celeberrimi maestri della modernità? Niente di più lontano dallo stile del proprietario della magione di Mamiano di Traversetolo, nella campagna parmense, degli intenti esaltati dichiarati nel Manifesto rivoluzionario del 1915, di cui ricorre il centenario della pubblicazione. Parole agitate come «daremo scheletro e carne all’invisibile, all’impalpabile, all’imponderabile, all’impercettibile», sferzate verbali che rincorrono di sala in sala (tutte di un colore diverso, come le voleva Magnani) i visitatori dell’ultima mostra allestita a Villa dei capolavori, oggi Fondazione Magnani Rocca: Una mostra sbagliata? c Ricostruzione futurista dell’universo Giacomo Balla. Astrattista futurista. I curatori, Elena Gigli, massima esperta di Giacomo Balla (Torino 1871 - Roma 1958), e Stefano Roffi, spiegano che soltanto chi non sa di quali voli pindarici - tra stagioni, tendenze e novità espressive - sia capace l’animo di un collezionista, troverà “impossibile” la mostra intensamente futurista aperta fino all’8 dicembre a Villa dei capolavori. «L’interesse collezionistico di Luigi Magnani, pur senza includere Balla, non escluse il futurismo», dice Roffi. «Tanto che acquistò una di Gino Severini, una tela così ricca di movimento, quasi frenetico, e di senso sfuggente del tempo, ma insieme così composta, quasi una Madonna fra oranti, emblematica della vicenda della modernità, fatidicamente realizzata nel 1915». Proprio l’anno in cui Balla, che di Severini fu maestro, firmò con Fortunato Depero il Manifesto del movimento citando il “de profundis” di Marinetti sull’arte perduta, ormai un ricordo, un vecchio dolore sostituito dal nuovo amore futurista: «l’arte diventa arte-azione, cioè volontà, ottimismo, aggressione, possesso, penetrazione, gioia, realtà brutale». La mostra ripercorre, attraverso settanta opere, i punti programmatici del e insieme documenta l’intero percorso dell’artista, dall’inizio del Novecento, con le seducenti opere divisioniste che man mano si fanno futuriste, agli anni Trenta e Quaranta, quando la figurazione, mai dimenticata ma invisa ai fan del Balla futurista, torna fatalmente a farsi ricordare. Seguendo i titoli delle sezioni della mostra, si parte da “Astratto”, termine che segna il passaggio, non pacifico né lineare, dalla pittura oggettiva all’astrazione. Fulcro di queste opere realizzate da Balla a villa Borghese a Roma è la luce, intensa, vivida, sezionata in opere come esposta per la prima volta, il trittico ancora fortemente figurativo, e , interessante documento che annuncia la perdita definitiva dell’oggetto, qui di rigore geometrico, ritrovato dalle figlie Luce ed Elica Balla nel 1968. Il percorso prosegue con “Dinamico”, introducendoci alla velocità festosa delle rondini e dell’automobile che sfreccia grintosa. “Volatile” è dedicato alla grazia della moglie Elisa, nuda con veli, mentre cuce e quando guarda amorosa il marito che la ritrae, nel ritratto capolavoro (1907- 1908). “Drammatico” è il termine che spiega l’irrompere della guerra, con il collage interventista del 1915, riscoperto sul retro del dipinto del 1925. «Il futurismo pittorico si è svolto quale superamento e solidificazione dell’impressionismo, dinamismo plastico eplasmazione dell’atmosfera» recita la . L’universo ricreato è “Autonomo”, “Trasparentissimo”, “Coloratissimo” e “Luminosissimo”, “Scoppiante” e “Trasformabile”. Il creatore futurista smonta e ricompone il mondo in cui abita a sua immagine e somiglianza. Dai dipinti alle sculture, dagli abiti ai mobili. L’impeto incontenibile della ricostruzione è ben descritto nella coloratissima e ornatissima Casa Balla di via Oslavia, a Roma, dal 1929 casa-museo straripante di creatività e fedele autoritratto dell’uomo e dell’artista. Danseuse Manifesto Fontana che piange, Maggio Finestra di Düsseldorf Il dubbio La guerre e Dimostrazione Verginità Ricostruzione futurista dell’universo Estate (1918 circa). Maggio (1906 circa), Roma, palazzo della Consulta del Quirinale, Corte costituzionale. La guerre (1916). Il dubbio (1907-1908), Roma, Galleria d’arte moderna di Roma capitale. Lo Studio rosso a Casa Balla a Roma.

Esplora l'arte di Miró & CoBrA, Monet a Torino e i futuristi italiani con Balla a Mamiano. Scopri l'arte contemporanea.

Miró, Monet, Balla e l'arte contemporanea

NOVEMBRE 2015

ART E DOSSIER N. 326

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