la feconda vitalità culturale della Toscana del Novecento, spesso celata dall’illustre passato rinascimentale che
connota questa meravigliosa terra nell’immaginario collettivo, ha fatto sì che anche durante il secolo scorso la regione si sia ritagliata un ruolo
di guida nel panorama artistico italiano ed europeo. Attorno alle riviste fondate a Firenze gravitavano gli artisti e gli intellettuali che
ispirarono i nuovi movimenti: valga l’esempio di “Lacerba” che, grazie agli apporti di personalità come Carlo Carrà, Ardengo Soffici o Gino
Severini, conferì un notevole impulso alla pittura futurista. E se ancora Firenze fu la culla dell’espressionismo italiano, la Versilia (Lucca)
degli anni del boom economico fu ambiente stimolante per artisti dello spessore di Ottone Rosai, Achille Funi, Mirko Basaldella e altri, che erano
soliti riunirsi in estate a Vittoria Apuana nell’atelier di Ugo Guidi, uno dei nomi importanti della scultura toscana del XX secolo. In tempi più
recenti, la Toscana è diventata polo attrattivo per artisti provenienti da ogni angolo del globo, che qui hanno trovato (e trovano tuttora)
ispirazione per le loro opere, e che con le loro idee hanno contribuito allo sviluppo dello scenario artistico locale: Henry Moore, Igor Mitoraj,
Daniel Spoerri e Jannis Kounellis sono solo alcuni dei nomi maggiori.
Tutte queste esperienze vengono quest’anno valorizzate, fino al 31
dicembre, nell’ambito di un progetto promosso dalla Regione e dall’Ente Cassa di risparmio di Firenze: si tratta di Toscana ’900, un cartellone di
mostre ed eventi dedicati all’arte toscana durante il “secolo breve”, a cui si sommano itinerari, laboratori, visite guidate specifiche e attività
didattiche che si svolgono in tutti i musei coinvolti.
Tra le mostre in programma, chiude la manifestazione
Toscana ’900. Da Rosai a Burri. Percorsi inediti tra le collezioni fiorentine. Una mostra unica, che permette di scoprire un patrimonio
solitamente inaccessibile alla maggior parte dei visitatori: quello conservato nelle collezioni bancarie, negli istituti d’arte, nelle raccolte
private, nei gabinetti riservati agli studiosi. «Una mostra corale», ci fa sapere una delle due curatrici, Chiara Toti, «perché tutti i soggetti
coinvolti hanno collaborato attivamente alla riuscita della mostra, dimostrando una grande coesione e voglia di fare. E questo sia da parte delle
istituzioni, che da parte dei privati: il progetto è stato molto sentito». Il percorso espositivo si articola in due grandi sezioni: la prima
accoglie i dipinti di cinque importanti istituti toscani (Monte dei Paschi di Siena, Gabinetto Viesseux, Accademia di Firenze, Biblioteca nazionale
centrale e Istituto d’arte di Porta romana) e la seconda quelli provenienti da collezioni private. I nomi degli artisti in mostra sono rilevanti: da
Ottone Rosai, con I giocatori di toppa, all’Equilibrista di Gino Severini, passando per Antonio Donghi, Filippo de Pisis, Giorgio Morandi (di
cui è esposto un raro paesaggio), i disegni di Casorati e Sironi, i libri d’artista di autori di spicco come Kandinskij, Picasso, Warhol e Dalí.
