GLI ARTISTI

«Uno dei segni che distinguono questi primi passi del secolo che stiamo vivendo è sicuramente il suo carattere interdisciplinare, ovvero lo scambio e il dialogo costante tra discipline diverse, architettura, arte, musica, televisione, cinema, teatro».

Il quadro delineato da Francesco Bonami per descrivere la scena culturale all’alba del terzo millennio è la chiave per leggere l’arte contemporanea, dominata dall’interdisciplinarità, all’interno di una scena complessa e articolata, dove i primi a mettere in discussione il loro stesso status sono gli artisti, ormai protagonisti di un sistema dell’arte globalizzato, dove ai grandi musei pubblici si affiancano potenti fondazioni private, mentre si moltiplicano le fiere, aumenta ogni anno il numero delle biennali e le case d’asta registrano record di vendita sempre più alti. «L’arte contemporanea ufficiale è diventata un fenomeno economico ben più complesso di quello che poteva essere due decenni fa. I musei sono piccole se non addirittura medie imprese, le gallerie più importanti hanno introiti annuali simili a quelli di una discreta azienda e gli artisti sono le nuove celebrità, i nuovi aristocratici che competono con il successo dei calciatori o con quello degli attori o delle attrici»(12) spiega Bonami.


Pawel Althamer, Balloon (1999-2007), particolare dell’installazione esposta alla mostra One of Man; Milano, Fondazione Nicola Trussardi (7 maggio - 5 giugno 2007).


Olafur Eliasson, The Weather Project (2003); Londra, Tate Modern.