Tina Modotti. La nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità (Udine, Museo d’arte moderna e contemporanea - Casa Cavazzini, fino al 28 febbraio, www.udinecultura.it) è il più esaustivo percorso espositivo mai allestito - in parte del tutto inedito - dedicato a un’icona del secolo scorso (1896-1942) impegnata nei diversi contesti nei quali è transitata - tra gli altri Stati Uniti, Messico, Spagna - a ricoprire i ruoli più disparati: migrante, sarta, attrice, modella, militante comunista, fotografa. La fotografia (appresa negli anni Venti da Edward Weston, con cui Tina ebbe una storia d’amore), pur realizzata in un ridotto arco temporale, rivela varietà e coerenza. Passando dagli oggetti al racconto sociale gli scatti di Modotti, diretti ed essenziali, mantengono un indiscusso valore comunicativo.
Roberto Donetta - Fotografo (Lugano, Masi - Museo d’arte della Svizzera italiana, fino al 20 marzo, www.masilugano.ch) racconta con oltre cento immagini il lavoro dell’artista ticinese (1865-1933) interessato a cogliere la cultura della sua terra, perlopiù attraverso il ritratto. Cercando di penetrare nella quotidianità, Donetta narra storie e da osservatore acuto descrive i segni del progresso. Testimonianze che, dalla prima monografica del 1993, permettono una rilettura del suo archivio ritrovato pressoché intatto negli anni Settanta.
Giulio Obici. Il flâneur detective (Venezia, Casa dei Tre Oci, fino al 28 marzo, www.treoci.org), uno dei progetti espositivi della quarta
edizione Tre Oci/Tre Mostre, indaga la poetica del giornalista (1934-2011), appassionato al mondo visivo fin dall’infanzia. Circa settanta
fotografie, provenienti dall’archivio dell’autore, svelano la sua abilità nell’esplorare le città italiane attraverso particolari inquadrature, così
perfette per spazio, luce e toni da restituire la registrazione del suo occhio. Vetrine, cartelloni pubblicitari, resti urbani in primo piano, e
sullo sfondo, a volte, la presenza di figure umane inafferrabili.


