La pagina nera


quel retablo
è aggredito
e nessuno muove
un dito

Tuili, in Sardegna: una chiesa umida, un magnifico polittico quattrocentesco, tanti tarli e niente soldi.

di Fabio Isman

Tuili, piccolissimo comune sardo, solo mille anime nel Campidano, a cinquanta chilometri da Oristano e vicino al nuraghe di Barumini, vanta un immenso tesoro: il polittico del Maestro di Castelsardo, alto cinque metri e mezzo e largo tre e mezzo; forse, l’opera rinascimentale più importante nell’isola. È nella chiesa di San Pietro Apostolo, una sola navata, consacrata nel 1489 ma molto rimaneggiata, prima cappella a destra. Il capolavoro, restaurato per l’ultima volta a metà degli anni Ottanta, è ammalato; e non si riescono a trovare i (pochissimi) quattrini necessari per curarlo. Questa è purtroppo una storia di ordinaria incuria; l’ennesima mancanza di rispetto per un capolavoro del nostro patrimonio artistico, e neppure tra i meno importanti. 

La superficie dipinta delle dieci scene da cui è composta la macchina d’altare è ora pervasa da una ventina di piccoli foglietti di carta di riso, per bloccare altrettanti sollevamenti di colore; e i ponticelli di legno che la collegano all’impalcatura d’alluminio da cui è sorretta, un intervento dell’Istituto del restauro negli anni Settanta, sono tarlati: se gli infestanti animaletti si propagassero alle tavole, sarebbero dolori ancora più gravi. E loro, si sa, sono assai veloci a scavare e a moltiplicarsi. 

Lanciano l’allarme una guida ambientale del luogo, Roberto Sanna, il sindaco Celestino Pitzalis, e Lucia Siddi, funzionaria della Soprintendenza di Cagliari. Dice Sanna: «Ogni giorno lo vedo in quelle condizioni, e ci sto male». Dice il sindaco: «Non è da poco tempo che cerchiamo i fondi per potere intervenire. E bisogna farlo con urgenza. In chiesa c’è anche un organo importante, un Mancini del 1753, pure aggredito dai tarli».


Maestro di Castelsardo, Retablo di Tuili (entro il 1500), Tuili, chiesa di San Pietro Apostolo.


Maestro di Castelsardo, San Michele arcangelo (inizi XVI secolo) particolare durante il restauro, Castelsardo, Museo diocesano.