Grandi mostre. 3
Hieronymus Bosch 500

UltImI fUochIdI Un medIoevo
fantastIco

Una mostra irripetibile e una serie di eventi celebrano in Olanda i cinquecento anni dalla morte di Hieronymus Bosch

Claudio Pescio

Il Medioevo in Europa finisce in una giornata di agosto del 1516 nella piazza del mercato di ’s-Hertogenbosch, quando Hieronymus Bosch, forse nel suo atelier sulla piazza, dove ha lavorato a tutti i suoi dipinti, si spegne. Ecco, solo allora l’Età di mezzo ha come la consapevolezza di aver stillato anche l’ultima goccia di un immaginario favoloso e perturbante, nutrito di visioni infernali e paradisi sfolgoranti, vizi e redenzioni, punizioni esemplari e sensi di colpa, ossessioni religiose e credulità superstiziose; un immaginario che soprattutto nel Nord Europa è il Medioevo. Solo allora l’umanesimo razionalista del Rinascimento italiano può prendere il sopravvento e diffondersi per ogni dove in un’Europa sempre più urbana e smaliziata. 

’s-Hertogenbosch, o Den Bosch - “bosco ducale”, o semplicemente “il bosco” - è una cittadina del Brabante Settentrionale, nei Paesi Bassi; è lì che Bosch è nato, circa sessantacinque, sessantasei anni prima, ed è il luogo in cui vivrà tutti i suoi anni. In un altro atelier - quello del padre, anch’egli pittore - sempre sulla piazza centrale del paese, Jeroen (latinizzato in Jheronimus, in Italia è corrente la grafia Hieronymus) van Aken impara il mestiere. Più tardi assumerà come nome quello del luogo di nascita. A circa trent’anni è fra i maggiorenti del paese, membro di un’importante confraternita religiosa. E la fama delle sue composizioni - minuziose e fantastiche visioni di conflitti morali e filosofici, di sottili elucubrazioni sul destino dell’uomo, sulla salvezza e la perdizione, popolate di mostri e venate di umorismo popolare -, varca i confini del suo paese. In realtà abbiamo pochissimi documenti sulla sua vita (ma tra i pochi spicca una committenza del 1504 da parte del re di Spagna, Filippo II), così che la visionarietà dei suoi dipinti ha provocato una fioritura di teorie su sue appartenenze a sette segrete o confessioni non ortodosse, su presunti problemi di salute mentale o assunzione di droghe. Poche anche le sue opere firmate, nessuna datata; e molte autografie sono state messe in dubbio (visto il successo che riscuoteva non mancavano i copisti). Qualche certezza è arrivata dalle analisi dendrocronologiche delle tavole che hanno se non altro consentito di mettere le sue opere in una almeno approssimativa successione temporale.


La nave dei folli (1500-1510 circa), Parigi, Musée du Louvre.