Paul Strand: Photography and Film for the 20th Century (Londra, Victoria and Albert Museum, fino al 3 luglio, www.vam.ac.uk), con oltre duecento opere tra stampe fotografiche d’epoca, film, libri, schizzi, approfondisce la carriera dell’artista americano (1890-1976), allievo di Stieglitz, che abbandonando negli anni Dieci lo stile pittorialista si impegna affinché la fotografia diventi una forma d’arte autonoma. Sostenitore della “Straight Photography”, Strand usa la fotocamera per esplorare il mondo così com’è, evitando qualsiasi artificio espressivo che possa alterare la realtà, la purezza delle forme e la spontaneità dei soggetti ritratti (Blind Woman, uno dei più famosi).
Eadweard Muybridge (1830-1904). Tra scienza e arte (Milano, Galleria Gruppo Credito valtellinese, dal 19 maggio al 31 luglio, www.creval.it) presenta circa ottanta immagini del fotografo britannico, il primo a creare sequenze in movimento di animali e persone. Il suo lavoro, pionieristico per la nascita del cinema, fu seguito con attenzione da artisti come Degas e divenne punto di riferimento anche per altri pittori dell’epoca.
Helmut Newton. Fotografie. White Women/Sleepless Nights/Big Nudes (Venezia, Casa dei tre oci, fino al 7 agosto, www.treoci.org) offre più di duecento scatti tratti dai primi tre libri pubblicati dal fotografo tedesco (1920-2004) a fine anni Settanta. In White Woman Newton inserisce per la prima volta nella fotografia di moda il nudo e l’erotismo, ispirato da Goya; in Sleepless Nights (1978) sono raccolte le immagini realizzate per riviste come “Vogue”, dove le modelle colte in contesti diversi dal consueto studio fotografico offrono spunti narrativi ulteriori rispetto al fashion; in Big Nudes (1981), l’autore dà vita a stampe a grandezza naturale traendo spunto dai poster della polizia tedesca creati per catturare i membri dell’organizzazione terroristica Rote Armee Fraktion.


