Robert Doisneau. Le Merveilleux Quotidien (Monza, Arengario, fino al 3 luglio, www.arengariomonzafoto.wordpress.com) concentra l’attenzione sui primi quarantaquattro anni di lavoro di uno «psicologo istintivo», come definito da Piero Pozzi, consulente scientifico della mostra. Doisneau (1912-1994), guidato dal suo istinto, amava raccontare la vita della periferia parigina attraverso le vicende dei suoi abitanti, bambini e adulti, colti nella loro ordinaria esistenza. Ironia, umorismo, malinconia, commozione sono alcuni degli ingredienti presenti in ottanta scatti originali, testimoni di una poetica valorizzata da una sapiente “mise en scène” dove spicca soprattutto il gioco di sguardi.
Gianni Berengo Gardin. “Vera fotografia”. Reportage, immagini, incontri (Roma, Palazzo delle esposizioni, fino al 28 agosto, www.palazzoesposizioni.it): duecentocinquanta fotografie, tutte rigorosamente in bianco e nero, in parte inedite, ripercorrono la carriera del maestro ligure (classe 1930), osservatore attento degli eventi che hanno scandito la storia del nostro paese negli ultimi cinquant’anni. Un interprete appassionato del mezzo analogico, capace di offrire reportage così fedeli alla realtà da rappresentare veri e propri spaccati antropologici.
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese (Roma, Museo dell’Ara Pacis, dal 27 maggio al 18 settembre, www.arapacis.it) documenta con circa centocinquanta immagini il valore artistico di uno dei più significativi esponenti della fotografia moderna nipponica. Ken (1909-1990) è riuscito a sintetizzare nel linguaggio fotografico l’anima del suo popolo a partire dal lavoro sui templi buddisti, durato oltre trent’anni, che ha fatto da sfondo a reportage di grande peso sociale come Hiroshima e I bambini di Chikuho. La sua produzione, caratterizzata anche da una personale visione estetica, comprende molti ritratti di personaggi famosi e una serie sul teatro dei burattini.
