I sistemi biologici rientrano nel campo dell’arte non solo come fornitori di supporti o causa di deterioramento delle opere, ma anche come medium viventi di produzione artistica. In tal senso si intende come arte biologica l’arte prodotta attraverso l’utilizzo di piante, funghi, batteri e anche animali.
L’uso consapevole di organismi viventi per fini artistici si potrebbe datare con le rivoluzioni scientifiche del XIX secolo, quando l’uomo inizia scientificamente a manipolare il vivente. Non mancano però produzioni ante litteram come per esempio i ninfei, misteriose grotte artificiali costruite all’interno di domus romane, dove muschi e piante - insieme a conchiglie, concrezioni calcaree e rami di corallo - formavano le decorazioni parietali insieme a sorprendenti giochi d’acqua. Nel Rinascimento tornarono di gran moda e famosi architetti, tra gli altri Pirro Ligorio, fecero rivivere i ninfei nei loro giardini all’italiana. Un esempio lo si può ammirare nel Sacro bosco di Bomarzo (Viterbo), dove la scelta del peperino (una roccia facilmente colonizzabile da muschi e licheni variopinti) caratterizza il ninfeo e tutte le altre statue presenti nel parco, armoniosamente integrate in una selva naturale.
