«Il settimo giorno non ha sera, non ha tramonto» (Agostino, Le confessioni, libro V). Se il tempo della divinità è eterno, il tempo dell’uomo è al contrario definito da un rigoroso e implacabile computo di secondi, minuti, ore, giornate, mesi, anni, che esorcizza l’“horror vacui” e afferma l’essere “qui e ora” di ciascuno di noi.
Questo segno così squisitamente umano del passaggio nel mondo è il filo rosso che percorre in filigrana l’intera mostra
Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea, in corso fino al 2 ottobre al museo Macro - Museo d’arte contemporanea Roma. Il tema nasce
dal felice incontro di due curatrici e di due esperienze attigue e differenti: da una parte quella di Maria Grazia Tolomeo, testimone diretta della
mostra Tempo! Viaggio nell’idea e nella rappresentazione del tempo allestita sedici anni fa al Palazzo delle esposizioni di Roma; dall’altra
quella di Antonella Sbrilli che dal 1994 traccia e rintraccia la cadenza calendariale nell’espressione artistica.