Nell’Ottocento possedeva nove teatri, cinque quotidiani, periodici perfino in greco, sloveno ed ebraico; la sala di lettura delle Assicurazioni Generali riceveva e metteva a disposizione centoquarantasette diversi giornali, e le notizie dei centonovanta suoi agenti nel mondo. Trieste nel Settecento aveva cinquemila abitanti, trentamila a fine secolo (dal 1736 c’è il Borgo teresiano: scacchiera bipartita da un porto-canale; strade larghe 11 metri e isolati di 75 per 45), ottantamila a metà Ottocento, e allo scoppio della Grande Guerra duecentotrentacinquemila.
La città dedica il teatro lirico, nato con il nome di Teatro nuovo (1798- 1801), a Giuseppe Verdi poche ore dopo la sua morte (27 gennaio 1901). Motore
dello sviluppo cittadino è il porto franco, istituito nel 1719 da Carlo VI d’Austria. Nel volgere di pochi decenni, nell’Ottocento, a Trieste nascono
diverse istituzioni: le Assicurazioni Generali nel 1831; la Riunione Adriatica di Sicurtà (1838); le ferrovie per Salisburgo (1837) e Vienna (1857); il
Porto vecchio (1868-1887). In venticinque anni, dal 1782, il cantiere Squero Panfilli vara seicento navi; e nel 1886 l’arsenale l’ammiraglia asburgica,
l’Imperatrix, lunga 120 metri, 4.400 cavalli e quasi altrettante tonnellate. Nel 1833 nasce anche il Lloyd austriaco, poi triestino, in piazza Unità
d’Italia (allora Piazza grande), dove oggi ha sede la Regione. E se a Napoli e a Trieste nel 1818 salpano i primi piroscafi del Mediterraneo, il più
antico a elica al mondo è la Civetta, varata a Trieste nel 1929.