Un bar perfettamente illuminato e pulito; a un lato del bancone, una coppia ben vestita in cui ognuno vive in un mondo proprio; dall’altro lato, un avventore visto di schiena, elegante e concentrato sul suo bicchiere; fuori, una strada vuota e curatissima. Nel celebre Nighthawks (1942), come in molte altre opere, Edward Hopper (1882-1967) è stato maestro nel creare atmosfere angoscianti, nel dare corpo alla solitudine nelle grandi metropoli americane del boom economico.
Osservatore distaccato e lucido, non si unì mai a brillanti circoli artistici e intellettuali, neppure nella Parigi ruggente e pullulante di Picasso,
Modigliani, Apollinaire e quant’altri, quando in gioventù vi si trasferì per qualche anno. Piuttosto rimase stregato dagli impressionisti, dal loro uso
del colore e della luce, che sviluppò per dar vita al suo stile crudamente realista; i soggetti, però, li scelse anni luce distanti dal mondo urbano
scoppiettante di Pissarro e soci. Peccato che Hopper abbia prodotto così poco nella sua pur lunga vita: solo trecentosessantasei quadri, la maggior
parte dei quali si trovano da tempo in musei americani, alcuni fin dagli anni Trenta. Se poi si considera che i tremila pezzi (compresi disegni, stampe,
acquerelli) che si era tenuto per sé sono stati tutti devoluti dalla vedova al Whitney Museum of American Art di New York, ben si capisce quanto rari
siano gli Hopper sul mercato. Ma negli Stati Uniti può accadere che un museo venda un pezzo importante della sua collezione per rimettere in sesto le
proprie finanze e per acquisire nuove opere: così il Pafa - Pennsylvania Academy of the Fine Arts ha messo sul mercato East Wind over Weehawken del
1934, coinvolgente per la contrapposizione fra le case perfettamente definite e i lampioni e i pali per strada che paiono muoversi al vento; per la
totale assenza di persone (sottolineata da un inquietante cartello “For Sale”) a eccezione di un piccolo gruppo in fondo che sembra uscire dalla
cornice; per i colori pastello e per il lungamente studiato bilanciamento dei volumi architettonici (piramidi, parallelepipedi). Il Pafa l’aveva
acquistato nel 1952 per pochi spiccioli, ma il 5 dicembre 2013 Christie’s a New York è stata capace di aggiudicarlo per quasi 30 milioni di euro a un
collezionista americano al telefono.