Storie a strisce la tenacIa del leOne di Sergio Rossi A quasi novant’anni, Jules Feiffer pubblica una graphic novel di oltre cento pagine che rende omaggio al noir americano e ai fumetti del suo esordio editoriale ochi autori come l’americano Jules Feiffer hanno lasciato il segno sia nella storia del fumetto sia in altri media come il cinema e il teatro. Classe 1929, Feiffer entra a sedici anni nello studio di Will Eisner per collaborare alle tavole di Spirit, un detective mascherato le cui storie mescolano noir e ironia, e che per soggetto, sceneggiatura e disegno stanno al fumetto come Quarto potere sta al cinema. Secondo Eisner, all’epoca Feiffer non era un gran disegnatore, ma era molto tenace e, giorno dopo giorno, migliorava la sua tecnica illustrativa e il talento per le battute, una caratteristica che, come vedremo, caratterizzerà la produzione successiva del giovane allievo. Dopo un decennio, nel 1956, Feiffer lascia lo studio di Eisner e comincia una collaborazione con il settimanale “Village Voice” che durerà trentasette anni e per il quale realizza storie raccontate in una pagina senza personaggio fisso: uomini e donne contemporanei visti nei loro (pochi) pregi e (molti) difetti che parlano di sesso, politica, rapporti sociali, lavoro. Rispetto alle molte strisce di successo dell’epoca, i personaggi di Feiffer non recitano un ruolo all’interno di una struttura narrativa precostituita (giallo, noir, commedia) ma parlano in prima persona in uno spazio di poche vignette dallo sfondo bianco. I loro gesti, la postura e le espressioni sono il complementare delle battute, spesso memorabili e fulminanti. P Il successo è immediato e fragoroso, al punto che la copertina della prima raccolta di queste storie, Sick Sick Sick, apparirà anni dopo tra le icone degli anni Cinquanta nei titoli di testa del film Grease. In Italia queste prime storie di Feiffer appaiono in volume nel 1963 presso Bompiani (con il titolo Il complesso facile) grazie a Umberto Eco e Cathy Berberian, cantante d’opera e di musica contemporanea che poi comporrà il pezzo Stripsody, formato da onomatopee fumettistiche; ancora Eco e Berberian seguiranno nel 1968 la pubblicazione, sempre presso Bompani, di un altro volume di Feiffer, Il trapianto del trauma: vita privata di Bernard Mergendelier, destinato a diventare un classico insieme al successivo dal titolo Passionella. La copertina e alcune pagine tratte da Kill My Mother di Jules Feiffer (Rizzoli Lizard, Milano 2016). Ma il talento di Feiffer non si ferma a realizzare storie fumettistiche: nel 1965 pubblica un saggio sul fumetto come genere letterario, The Great Comic Book Heroes, uno dei titoli che aprirà la strada ai moderni studi sul medium, e inizia anche una produzione di romanzi e racconti per bambini e ragazzi alcuni dei quali, come Il supereroe sul soffitto, pubblicati anche in Italia. Nel 1971 scrive la sceneggiatura di Conoscenza carnale per Mike Nichols e di Piccoli omicidi per Alan Arkin, quest’ultima tratta dal suo omonimo testo teatrale; nel 1980 adatta le storie di Popeye per Robert Altman, mentre nel 1989 scrive una commedia agrodolce I Want to Go Home per Alain Resnais. Nel 1960 Feiffer vince un premio Oscar per il cortometraggio Munro, che racconta la vita di un bambino arruolato nell’esercito, tratto da una sua storia. Nel 1979 pubblica Tantrum, il racconto di un adulto che torna bambino (pubblicato in Italia da Milano Libri nel 1981), e considerato da molti una pietra miliare della graphic novel. Da molti, ma forse dallo stesso Feiffer, che a ottantasette anni ha pensato che al lungo “cursus honorum”, mancasse un romanzo a fumetti: ed ecco quindi oggi apparire Kill My Mother (Rizzoli Lizard, Milano 2016, traduzione di Alessandro Mari), una trama che rende omaggio al noir degli anni Trenta e piena di dark lady, scazzottate, attori ubriaconi, detective falliti, segretarie intraprendenti, adolescenti inquieti, vendette familiari, ambizioni smisurate. Il disegno è schizzato e insieme preciso, le battute sempre dure e recise come le pallottole che colpiscono senza pietà tanto nei vicoli quanto nella giungla asiatica. A volte il segno del leone mostra la sua età, ma è difficile non commuoversi per la tenacia e la dedizione di un autore che, a quasi novant’anni, ci regala una storia ironica, tesa e appassionante che si ricollega idealmente ai suoi esordi. alcune pagine tratte da Kill My Mother di Jules Feiffer (Rizzoli Lizard, Milano 2016). Approfondimenti in rete: - Kill My Mother (www.rizzolilizard.eu/libri/kill-my-mother/) - Jules Feiffer (https://it.wikipedia.org/wiki/Jules_Feiffer)