Pochi autori come l’americano Jules Feiffer hanno lasciato il segno sia nella storia del fumetto sia in altri media come il cinema e il teatro. Classe 1929, Feiffer entra a sedici anni nello studio di Will Eisner per collaborare alle tavole di Spirit, un detective mascherato le cui storie mescolano noir e ironia, e che per soggetto, sceneggiatura e disegno stanno al fumetto come Quarto potere sta al cinema. Secondo Eisner, all’epoca Feiffer non era un gran disegnatore, ma era molto tenace e, giorno dopo giorno, migliorava la sua tecnica illustrativa e il talento per le battute, una caratteristica che, come vedremo, caratterizzerà la produzione successiva del giovane allievo. Dopo un decennio, nel 1956, Feiffer lascia lo studio di Eisner e comincia una collaborazione con il settimanale “Village Voice” che durerà trentasette anni e per il quale realizza storie raccontate in una pagina senza personaggio fisso: uomini e donne contemporanei visti nei loro (pochi) pregi e (molti) difetti che parlano di sesso, politica, rapporti sociali, lavoro. Rispetto alle molte strisce di successo dell’epoca, i personaggi di Feiffer non recitano un ruolo all’interno di una struttura narrativa precostituita (giallo, noir, commedia) ma parlano in prima persona in uno spazio di poche vignette dallo sfondo bianco. I loro gesti, la postura e le espressioni sono il complementare delle battute, spesso memorabili e fulminanti.
Il successo è immediato e fragoroso, al punto che la copertina della prima raccolta di queste storie, Sick Sick Sick, apparirà anni dopo tra le icone
degli anni Cinquanta nei titoli di testa del film Grease. In Italia queste prime storie di Feiffer appaiono in volume nel 1963 presso Bompiani (con il
titolo Il complesso facile) grazie a Umberto Eco e Cathy Berberian, cantante d’opera e di musica contemporanea che poi comporrà il pezzo Stripsody,
formato da onomatopee fumettistiche; ancora Eco e Berberian seguiranno nel 1968 la pubblicazione, sempre presso Bompani, di un altro volume di Feiffer,
Il trapianto del trauma: vita privata di Bernard Mergendelier, destinato a diventare un classico insieme al successivo dal titolo Passionella.