XX secolo. 4
Gli istituti d’arte: musei e luoghi di produzione artistica

impara
l’arte

Un’antica e meritoria categoria di scuole d’arte ha saputo, in Italia, unire insegnamento, pratica artistica e conservazione di sorprendenti oggetti d’arte. Una rassegna anche solo di alcuni casi evidenzia vastità e radicamento del fenomeno.

Flaminia Giorda

Chi, dopo aver attraversato il vasto e luminoso atrio ottagonale dominato al centro dall’imponente calco di uno dei Dioscuri di piazza del Quirinale, entra nella Gipsoteca del liceo artistico di Porta romana a Firenze potrebbe credere di non trovarsi in una scuola, ma in un museo. E si tratta in effetti di una scuola particolare: uno dei circa duecento ex istituti d’arte, oggi licei artistici(1), specificità e vanto del sistema d’istruzione italiano.

Nati spesso nella seconda metà dell’Ottocento, quando un fervido clima di interesse per le arti applicate e per il rapporto tra artigianato e industria attraversava l’Europa, questi istituti sono fortemente legati al territorio di appartenenza, che in genere è caratterizzato dalla ricchezza di una specifica materia prima o dal forte radicamento di una tecnica artistica. Scorrendone l’elenco incontriamo molte eccellenze del made in Italy: dall’oreficeria alla ceramica, dal tessuto al legno, dal design per l’arredamento alle tecniche incisorie. Artisti celebri, spesso chiamati “per chiara fama”(2), figurano tra i docenti e i direttori; in un ideale ”albo d’oro” degli allievi pittori e scultori, designer e illustratori si accompagnano a stilisti, costumisti e scenografi premiati con l’Oscar. Molte di queste scuole hanno sede in edifici storici prestigiosi, alcune ospitano veri e propri musei; nei laboratori dove gli studenti fanno esperienza di tecniche antiche e moderne si respira l’aria delle botteghe d’arte. Addentrarsi nel passato e nel presente di queste scuole è un viaggio affascinante.