Un tipico espressionista astratto? Non certo i notissimi Rothko o Pollock, ma Robert Motherwell (1915-1991), che ha seguito un percorso artistico e intellettuale simile alla maggior parte degli altri del movimento. Vero che era nato in California e per di più da una famiglia abbiente, vero che aveva potuto girare da giovane in Europa e assorbire lì le nuove tendenze - dati inconsueti per gli espressionisti astratti; ma presto si era trasferito a New York, era transitato per il Messico, era di idee di sinistra, aveva legato con gli artisti del Vecchio continente fuggiti dai nazisti. E soprattutto, era stato lui a raccogliere il primo gruppo di artisti e critici che avrebbero dato vita all’espressionismo astratto; con loro aveva teorizzato e praticato l’idea di riportare immediatamente sulla tela le sensazioni proprie e quelle che intendeva sollecitare, utilizzando grandi segni, astratti, informali, senza passare da filtri intellettuali.
Aggiungiamo pure che fu lui a creare rapporti stretti con Peggy Guggenheim e con il MoMA di New York, fattori fondamentali per capire il successo del
movimento. Finì così per diventarne quasi il portabandiera, guadagnandosi una fama che oggi si traduce in prezzi interessanti per le sue opere.