Il gusto dell'arte


cosa bolle In pentola
sulla costa?

di Ludovica Sebregondi

Un viaggio nel Bel paese alla scoperta delle tradizioni culturali e sociali che legano arte e cucina regionale. Quinta tappa: Lazio

Il Lazio costiero, periferico rispetto a Roma, è segnato nei secoli dalla presenza di vastissime paludi: terreni acquitrinosi in cui l’acqua ristagna non riuscendo a defluire verso il mare. Ostia è però lo scalo di Roma sul Mediterraneo, il luogo in cui giungono merci di ogni genere, stoccate negli “horrea”, i magazzini edificati tra la metà del I e il II secolo d.C. in concomitanza con la costruzione dei porti di Claudio e Traiano. Concentrati nella zona vicina al Tevere e allo scalo fluviale, sono tra l’altro magazzini granari e doliari per la conservazione di frumento, olio e vino, destinati soprattutto all’Urbe. Numerosi però i negozi al dettaglio, la cui quotidianità viene restituita dalle insegne, come quelle di una pollivendola rinvenuta nella zona del “macellum“. La “gallinaria” è in piedi dietro al suo alto bancone e consegna a un bambino della merce (difficile pensare a uova, date le dimensioni) accuratamente sistemata in due ceste. Sul banco di vendita - sotto il quale si trova una stia da cui si affacciano due conigli - è appoggiato un contenitore destinato ai volatili vivi, ma che è stato anche interpretato come cesto per racchiudere lumache. A una stanga sono appesi per le zampe due volatili, mentre due uomini discutono il prezzo di un coniglio. L’imprenditrice è attenta anche al “marketing”, affidato a due scimmie appollaiate sulla destra che devono attrarre clienti.