Attorno alla metà del XVII secolo, la pittura olandese del Secolo d’oro sembra concentrarsi sempre più sulla produzione di genere, e al suo interno iniziano a prevalere soggetti ispirati alla casa, alla famiglia, alla rappresentazione di scene di vita domestica. Questo irrompere del quotidiano nella pittura del tempo ha almeno due ragioni. Da un lato casa e famiglia diventano - nell’Olanda repubblicana e calvinista, che ha abbandonato l’arte sacra per una soggettistica decisamente laica - il centro e il fulcro della società, dall’altro il mercato dell’arte, dominato dalla borghesia urbana benestante, inizia a premiare le raffigurazioni che pongono al centro dell’attenzione quella stessa classe sociale e il suo mondo.
È il momento in cui la borghesia inizia a separare sempre più nettamente vita pubblica e privata, dimensione familiare e lavoro, luogo protetto e scena
della lotta quotidiana per la riuscita economica. Nasce qui l’idea di “privacy”, una nuova consapevolezza di sé che condurrà in pochi decenni la
borghesia più avanzata a reclamare per sé uno status di “nuova aristocrazia”, non più di sangue ma ben tangibile nei beni e nello stile di vita.
Questa transizione socioculturale è accompagnata, documentata, promossa (a volte con qualche ironia) da un folto gruppo di artisti particolarmente
sensibili alle minime vibrazioni della società in cui cercano i propri clienti: Jan Vermeer, Pieter de Hooch, Jan Steen, Gerard ter Borch, Gerrit Dou,
Gabriel Metsu, solo per citare i principali fra loro, tutti protagonisti della mostra in corso all’Aja, riuniti sotto il titolo At Home in Holland.
Titolo che si presta a una doppia lettura: “a casa” in Olanda nel senso che quei quadri vi tornano provenendo tutti (salvo opportuni confronti forniti
dalle collezioni del Mauritshuis) dalla British Royal Collection, che mai aveva messo a disposizione di una mostra un così cospicuo numero di opere
olandesi di genere, ben ventidue; ma anche “a casa” nel senso che le ambientazioni dei dipinti ci fanno entrare nei luoghi - case perlopiù, ma anche
qualche cortile, giardino, taverna, bordello - in cui vivevano i cittadini dei Paesi Bassi del Seicento.