La superficie della tela è quasi completamente occupata dalla rappresentazione realistica di una tenda bianca. In alto sbuca un braccio femminile nudo, la mano sostiene i lunghi capelli biondi; in basso, si intravede un piede. Il titolo del quadro, Venere che sorge dal mare. Un inganno, del 1822 circa, di Raphaelle Peale (Kansas City, Nelson- Atkins Museum), racconta la scena in atto, ma noi non possiamo vederla. Eccesso di pudicizia nel mostrare la nudità della dea? Malizioso sberleffo?
Il dipinto è fra le oltre duecento opere esposte nella mostra Dietro la tenda. Nascondimento e rivelazione dal Rinascimento in poi, da Tiziano a
Christo, con importanti prestiti da musei internazionali e collezioni private. Attraverso un percorso tematico che affianca opere antiche e
contemporanee - fra le altre, di El Greco, Tiziano, Tintoretto, Rembrandt, Delacroix, Vuillard, Magritte, Richter, Christo, Sherman, dal dipinto alla
scultura, alla fotografia, all’installazione -, la mostra indaga le diverse modalità di rappresentare un oggetto in apparenza banale, un telo di tessuto
steso davanti o sopra qualcosa per nascondere o proteggere dalla vista, totalmente o solo in parte: una tenda, ma anche un drappo, una stoffa, un
velo.