nel quale tuttavia si aggiudica solo il secondo posto perdendo così l’ambita opportunità di compiere un viaggio in Italia (al vincitore era infatti data la possibilità di soggiornare per un periodo di studio a Roma, all’Accademia di Francia di Villa Medici). Scoraggiato dal risultato, il pittore decide di tornare nella città natale ma proprio in questo momento di insuccesso dipinge L’isola di Citera oggi a Francoforte, incunabolo dell’enigmatico soggetto del pellegrinaggio nell’isola d’amore - dal cui mare il mito vuole sia nata Venere - assicurato in seguito al successo dalle due più famose versioni, oggi rispettivamente a Parigi e a Berlino. Presso una riva lacustre, in un’atmosfera sospesa, densa di amoroso languore, gentiluomini e gentildonne attendono di salire su un’imbarcazione brulicante di amorini. Piccoli dettagli come un cuore, una punta di freccia, un Cupido alato posti a coronamento decorativo dei bastoni chiariscono gli intenti di quei nobili pellegrini dell’amore. Da dove scaturisce questo nuovo soggetto ove fantasia e realtà sembrano fondersi? La critica ha ipotizzato che possa trattarsi della trascrizione pittorica di un testo teatrale: Les Trois Cousines di Dancourt, e tuttavia, dacché sia a teatro che in letteratura il pellegrinaggio era un tema assai frequente agli inizi del XVIII secolo, è altrettanto verosimile che l’opera non sia tanto la versione dipinta di un testo letterario quanto la risposta autonoma e personale dell’artista agli stimoli culturali del suo tempo.