Arte contemporanea


documenta
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Cristina Baldacci

Doppio appuntamento per la documenta di quest’anno, che, sospinta dal motto «Imparando da Atene», inaugura dapprima nella capitale greca (8 aprile - 16 luglio) e successivamente nella sua città natale, Kassel (10 giugno - 17 settembre), mantenendo la tradizione dei cento giorni di apertura in entrambe le sedi. È la prima volta, nei suoi sessanta e passa anni di storia (l’edizione iniziale fu nel 1955), che la documenta esce dai suoi confini nordici per spostarsi nel Mediterraneo.

L’annuncio di questa decisione, avvenuta nel pieno della crisi economica greca, ha però acceso subito le polemiche. Invece di essere visto come annuncio di parità e gesto di sostegno socioculturale - così come nelle intenzioni del direttore artistico Adam Szymczyk, che voleva anche ricordare la recessione vissuta da Kassel nel dopoguerra e il riscatto che la città ebbe proprio grazie alla documenta -, è stato da molti vissuto esattamente all’opposto, come atto di potere, oltre che pretenzioso, e come conferma del disequilibrio tra Europa settentrionale e meridionale. C’è poi chi ha guardato alla trasferta di documenta ad Atene come a una mancanza di idee celata dalla supremazia del formato della mostra sui suoi contenuti, se non addirittura come alla fine di Kassel.


Quest’anno, per la prima volta, documenta esce dai confini nordici: inaugura ad Atene prima di approdare a Kassel. Ed è subito polemica