sebbene ancora bistrattate da molti storici, le riviste satiriche si rivelano sempre più delle fonti grafiche privilegiate per analizzare il sentire comune in una determinata epoca, o a proposito di singole vicende. Esemplare in tal senso è il ruolo giocato dall’illustrazione satirica nei confronti di uno dei fatti di cronaca che più segnarono la storia della Francia a cavallo tra Ottocento e Novecento: parliamo dell’accusa di tradimento mossa nel 1894 nei confronti del capitano di origine ebraica Alfred Dreyfus, incolpato di aver passato delle informazioni riservate all’esercito tedesco.
Attorno a tale vicenda l’opinione pubblica si divise aspramente, come mai fino ad allora: da una parte gli antidreyfusardi, nazionalisti legati alla
Chiesa e all’esercito, convinti della piena colpevolezza di Dreyfus; dall’altra chi, sostenendo la tesi dell’errore giudiziario gravato da forti
pregiudizi religiosi, ne chiedeva il rapido reintegro tra le fila dei servitori della patria. Tra i più accesi sostenitori del capitano alsaziano, Emile
Zola, che dalle pagine del settimanale socialista “L’Aurore” lanciò nel gennaio del 1898 il suo celebre J’accuse, editoriale indirizzato al presidente
della Repubblica francese; un testo che è l’icona letteraria di tale vicenda, tanto da essere ripreso anche in una celebre stampa di Félix Vallotton,
L’âge du papier.