IL SENTIMENTO DELLA NATURA.
RITORNO ALLA PITTURA
EN PLEIN AIR

Tornato con Il novembre, premiato al concorso di paesaggio della Promotrice fiorentina del 1870,

alla pittura “en plein air”, l’accoglienza rimaneva controversa rispetto a un dipinto che, rielaborando originalmente le suggestioni di De Nittis, suscitò pur nell’ammirazione per la sua forza espressiva anche molte perplessità per gli intenti programmatici che apparivano liricamente non risolti. Questo è il tono delle numerose recensioni raccolte dall’artista e montate nello Zibaldone, come a voler ricostruire il vivace dibattito suscitato. La voce più articolata è quella di Pietro Suzzi che cercava anche di spiegare le ragioni del riconoscimento di un’opera sotto tanti versi troppo dimostrativa. Più «che un bel quadro» lo giudicava «un buon dipinto che ha il merito della sincerità», ma precisando che «se questa sincerità si chiama realismo tanto peggio per essa, o tanto meglio per questo: lo scopo dell’artista è raggiunto quando un quadro di noia e di malinconia vi caccia addosso lo spleen e il desiderio di un raggio di sole. Quel cielo carico di nubi nere e pesanti, quel terreno fradicio zuppo, tutto solcato e risolcato dalle ruote dei carri, la morta campagna, l’ambiente sordo e pesante vi desta la voglia di accostarvi al fuoco per asciugarvi i vestiti. La impressione, come suol chiamarsi, l’effetto totale, la sintesi del colore di un quadro vi è in estremo grado; il carattere proprio del luogo rappresentato (i poggi di Settignano) anche quello vi primeggia, quindi non vi è da meravigliarsi se un giurì d’artisti (riscontrando in siffatto dipinto certi pregi che alla generalità del pubblico sembrano affatto secondari e di facile acquisto, ma che molti pittori dimostrano con le opere loro come non tutti giungano con facilità a possederle) lo abbia ritenuto meritevole di distinzione tanto da conferirgli il premio».


La primavera (1870 circa).