È il bel dipinto della celebratissima Donna Florio la punta di diamante della mostra romana dedicata a Giovanni Boldini (Complesso del Vittoriano, fino al 16 luglio) . Il ritratto che si trova al secondo piano della densa esposizione, eseguito tra varie vicissitudini dal 1901 al 1924, ha riaperto un caso scoppiato due anni fa, perché è di nuovo in vendita dopo un periodo di permanenza presso un deposito di massima sicurezza a Vicenza. L’opera rientra tra i beni del Gruppo Acqua Marcia, titolare di Amt Real Estate Spa, che detiene a sua volta la proprietà di alcuni degli alberghi siciliani più famosi, compreso il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo dove si trovava il dipinto. La cifra, per chi si aggiudica la “regina di Palermo”, è da capogiro: 1 milione di euro la base d’asta. La messa all’incanto, presso la Casa d’aste Bonino (Roma), ha inevitabilmente scatenato una violenta reazione da parte di cittadini e intellettuali, da Vittorio Sgarbi a Nello Musumeci, che si è propagata, in Sicilia, in modo virale e viscerale. Slogan, petizioni e raccolte fondi hanno unito i palermitani e trovato una sponda nella stessa Casa d’aste incaricata della vendita, che ha portato il caso all’attenzione nazionale attraverso i mezzi di comunicazione e l’accordo con il Complesso del Vittoriano per dare al dipinto un risalto pubblico che, raramente, un’opera d’arte ha avuto nelle aste italiane e che rappresenta un esempio rimarchevole, sotto il profilo della trasparenza, per future aste giudiziarie.
