Dell’Ottocento francese si conoscono i protagonisti della storia, le convenzioni sociali, le dinamiche del quotidiano, la vita nei caffè e nei salotti, l’avvento del can-can, la scelta licenziosa di Nanà, la noia che attanaglia Emma Bovary, l’arrivismo di Georges Duroy, personaggio principale di Bel Ami… Una conoscenza capillare che si deve sia a una straordinaria fioritura del romanzo che alla vocazione narrativa della pittura. A Parigi, città paradigmatica delle dinamiche europee poiché, come scrive Victor Hugo, è «centro stesso dell’umanità», la borghesia, in inarrestabile ascesa, ama riconoscersi in una pittura che registra fedelmente ogni aspetto della vita.
Tutta una generazione di artisti, formati al rigore della pittura accademica, si trova ora a confrontarsi con soggetti del quotidiano, distanti dall’esemplarità della storia o della mitologia. Charles-Léon Vinit (1806-1862), allievo dell’Ecole des Beaux-Arts, ritrae i suoi stessi maestri immersi in una luce primaverile nel cortile della scuola. Si riconosce un ormai anziano Ingres, storico direttore dell’istituzione, accanto a Félix Duban, progettista dell’edificio. Paul Delaroche è ritratto poco distante dallo scultore David d’Angers la cui lunga barba testimonia la sua fede repubblicana.
Bazzica le stesse aule anche Jacques-Joseph, detto James, Tissot (1836-1902) che, celebre per i suoi bouquet - straordinari al punto che le signore parigine seguono i suoi corsi di pittura proprio per apprendere come sistemare i fiori nel vaso -, diventa il cronista di una scintillante vita mondana tra Parigi e Londra.
ama riconoscersi in una pittura
che registra ogni aspetto della vita
Tissot frequenta gli impressionisti, apprende da loro a rompere gli schemi compositivi ma alla pittura di tocco preferisce il disegno. Sono infatti puntualmente descritti gli undici giovanotti ritratti sotto il porticato dell’Hôtel de Coislin, in Il Circolo di rue Royale, un club maschile fondato nel 1852. Ogni soggetto pagò mille franchi per essere presente nel dipinto che fu infine tirato a sorte e assegnato al barone Rodolphe Hottinguer, appoggiato alla balaustra alla sinistra del sofà. Tissot, con grande attenzione all’abbigliamento, immortala quell’élite parigina destinata a decidere le sorti politiche e culturali della città. Ogni giovane risponde a un nome e a una reputazione: mollemente disteso sulla poltrona di destra è il principe Edmond-Melchior de Polignac, compositore e cofondatore del Cercle de l’Union artistique mentre, addossato alla colonna, si riconosce il marchese Gaston de Galliffet che nel 1871 sarebbe diventato uno dei maggiori oppositori della Comune di Parigi. Charles Haas, in piedi sulla porta, è un giovane affascinante e mondano che, anni più tardi, avrebbe ispirato il personaggio di Swann nella Ricerca del tempo perduto di Proust. Nessuno però sta interagendo con gli altri, sono immortalati in un tempo sospeso di silenzio e riflessione. Sullo sfondo si riconosce il Palais de l’Industrie) che aveva accolto l’Esposizione universale del 1867 a celebrare la fede nel progresso e nella scienza. Le nuove strumentazioni trovano applicazione anche nella medicina, così Jean-Martin Charcot, neurologo francese, mette a punto una strumentazione per l’elettroterapia. L’Ottocento è il secolo in cui la psicologia si allontana dalla speculazione filosofica e diviene una disciplina che adotta il metodo sperimentale e André Brouillet (1857- 1914) racconta degli esperimenti di Charcot sull’isteria in uno dei più celebri dipinti di storia della medicina: Una lezione a La Salpêtrière. Dopo un attento studio individuale Brouillet compone una scena più che credibile, nella quale ogni medico è ritratto, pressoché a dimensioni reali, durante la dimostrazione della terapia su una donna afflitta da disturbi nervosi.

