LA MANIERA
BERGAMASCA

la morte relativamente precoce dell’artista (scomparso, come si è già detto, nel 1677, il 16 marzo, a cinquantanove anni) in un momento storico in cui la domanda dei suoi dipinti musicali era ancora assai sostenuta, indusse un gran numero di pittori - seguaci, imitatori, copisti, falsificatori, alcuni dei quali in possesso dei “disegni di rilievo” originali - a replicare la sua formula, inondando il mercato italiano ed europeo con un’enorme massa di tele di qualità eterogenea, dando vita alla cosiddetta Maniera bergamasca, perpetuatasi sino a Settecento inoltrato. La maggior parte degli imitatori del maestro si accontentò di replicare le sue invenzioni in modo pedissequo e spesso inconsapevole, talvolta commettendo errori anche grossolani dal punto di vista organologico. Nel dipinto qui raffigurato (firmato «Evaristus Baschenis »!) è presente una spinetta sormontata da strumenti a pizzico (mandole con nastro, liuti, chitarra con fondo bombato), flauto dolce, e dei libri; frontalmente sono visibili un violino con arco e delle partiture musicali, tra cui un’intavolatura per chitarra. Un frutto compare alla sinistra degli strumenti. Storicamente gli strumenti a tastiera hanno sempre presentato la stessa disposizione dei tasti, almeno a partire dai secoli XIV e XV fino ai nostri giorni. Viceversa, numerosissimi sono stati i criteri di accordatura, non riscontrabili ovviamente dall’osservazione di un dipinto. Nella Natura morta musicale in esame compare un errore marchiano nell’alternanza dei tasti bianchi e neri in quanto vi è un numero uguale di tasti di colore diverso. È ovviamente da escludere che l’esigente e perfezionista Baschenis, autoritrattosi nel Trittico Agliardi in veste di provetto spinettista, nonché possessore di vari strumenti a tastiera e sicuro conoscitore della musica per organo, abbia potuto sbagliare un dettaglio così fondamentale. La conclusione è ovvia: il dipinto (benché firmato!) non è autografo e ben difficilmente può essere uscito dalla sua bottega.
Tra i suoi numerosissimi seguaci, imitatori e copisti, il più dotato fu senza dubbio Bartolomeo Bettera (Bergamo 1639 - Milano post 1688), attivo tra Bergamo, Milano e Roma, che seppe interpretare con originalità le sue invenzioni, aggiornandole secondo il gusto della trionfante cultura barocca e avviando una fiorente bottega, ancora attiva nel XVIII secolo grazie al figlio Bonaventura.
Nella produzione sempre qualitativamente sostenuta di Bartolomeo le suggestioni metafisiche presenti nelle tele di Baschenis lasciano il posto a un decorativismo spettacolare di gusto tipicamente barocco, rilevabile tanto nella disposizione scenografica degli oggetti in proscenio quanto nella regia di intonazione teatrale di luci e ombre. L’influenza della cultura figurativa nordeuropea, in particolare olandese, è testimoniata sia dalla presenza di elementi simbolici quali teschi, candele e specchi (assenti, come s’è visto, nel Prevarisco) sia dagli effetti di compiaciuto virtuosismo, come nei tappeti esotici, che non soltanto esibiscono pieghe e sollevamenti estremamente naturali, ma presentano anche un’illusionistica trama “a rilievo” ottenuta applicando sotto lo strato di colore autentici fili di corda.
Pochi giorni dopo la morte di Baschenis, una vendita all’incanto «sopra la piazza del Borgo San Leonardo», disperse in molteplici tornate (l’ultima l’11 gennaio 1678) tutti i beni dell’artista, tra cui gli strumenti musicali, i quadri della sua raccolta (Giovan Battista Moroni, Andrea Pozzo, Gian Giacomo Barbelli, Monsù Montagna, Carpoforo Tencalla, Ciro Ferri, Borgognone), oltre a quelli di sua mano. Durante la tornata del 12 aprile 1677, iniziata con lo squillo del pubblico Trombetta, è registrata la presenza dello stesso Bartolomeo Bettera. Contrariamente a quanto si sarebbe potuto immaginare il pittore non acquisì alcun dipinto, né del Prevarisco né di altri, bensì, quasi per un simbolico passaggio di consegne, «colori, penelli, 14 tele con telai et uno scagno».


Imitatore di Evaristo Baschenis, Natura morta di strumenti musicali (1680 circa); Bergamo, Accademia Carrara.

Bartolomeo Bettera, Natura morta di strumenti musicali con bocce di cristallo (1690 circa).

Bartolomeo Bettera, Natura morta di strumenti musicali (1670 circa); Bergamo, Accademia Carrara.