Grandi mostre. 5
Pablo Picasso a Napoli, Pompei e Parigi

IL TEATRO,
LA DANZA,
LA PASSIONE

Due momenti fondamentali della vita artistica e personale di Picasso sono raccontati in questi mesi da due mostre. L’una su Parade e il soggiorno italiano del maestro spagnolo al Museo e Real Bosco di Capodimonte e all’Antiquarium di Pompei. L’altra sulla sua tormentata unione con la ballerina russa Olga Chochlova al Musée National Picasso-Paris.

Gloria Fossi

Parigi, 17 febbraio 1917. Picasso e Jean Cocteau partono in treno per incontrare a Roma Sergej Djagilev, in tournée con i Balletti russi, compagnia formata dai migliori danzatori del mondo. Picasso ha trentasei anni, è artista affermato; Cocteau otto di meno, ed è già protagonista vulcanico della cultura parigina: poeta, saggista, drammaturgo e molto altro, frequenta con Picasso il salotto di Gertrude Stein (alla quale annuncia ironicamente la partenza per Roma, «in luna di miele con Picasso»). Per i suoi scritti Cocteau è invidiato (benevolmente) da Proust. Anni prima aveva assistito a un innovativo spettacolo dei Balletti russi. Poi aveva ascoltato Erik Satie suonare un pezzo per pianoforte a quattro mani, Trois morceaux en forme de poire, che deve molto all’influenza dada di Tzara e Duchamp. Cocteau coinvolge allora lo “stravagante” Satie in un progetto all’avanguardia: il balletto Parade, con il suo testo d’ispirazione cubista (anche un po’ dada, aggiungiamo) e la coreografia di Léonide Massine, allora ventunenne, etereo e affascinante ballerino americano d’origine russa, che aveva sostituito Nijinskij nel corpo di ballo (e nel cuore) di Djagilev.