Luoghi da conoscere
Palazzo Fulcis a Belluno

QUANDO LA CITTÀ
SI SPECCHIA

La riapertura di palazzo Fulcis a Belluno, nuova sede delle civiche collezioni d’arte, ha restituito alla comunità anche uno spazio da vivere nel quotidiano e un’importante attrattiva per il turismo culturale nel territorio dolomitico.

Ilaria Ferraris

Il settecentesco palazzo Fulcis ha riaperto da pochi mesi, come nuova sede delle collezioni d’arte del Museo civico, dopo un restauro che è il punto di arrivo di un progetto cominciato più di trent’anni fa: oltre al recupero dell’edificio - la facciata, lo scalone, i pavimenti, gli stucchi, gli affreschi -, un intervento museografico e museologico rispettoso e funzionale ha ricavato tremila metri quadrati di spazio espositivo, su cinque piani, che può ospitare le oltre seicento opere della raccolta permanente, mostre temporanee e attività didattiche. La veste settecentesca del palazzo, residenza della della famiglia Fulcis, si deve agli interventi intrapresi nel 1702, quando Pietro Fulcis diventa cavaliere di Malta, e all’ampliamento del 1776, in occasione del matrimonio tra Guglielmo Fulcis e la contessa trentina Francesca Migazzi de Waal.

È in questa circostanza che sono realizzati, su progetto dell’architetto bellunese Valentino Alpago Novello, l’elegante facciata con i due portali d’accesso, lo scalone e lo scenografico Salone d’onore a doppia altezza con gli affreschi di Costantino Cedini, gli stucchi dell’alcova e i pavimenti in seminato a motivi rococò. È coevo anche il Camerino decorato a stucchi, in una parte del palazzo tuttora di proprietà privata e ancora in attesa di restauro.