Dottor Ciatti, l’intervento sull’Adorazione dei magi è durato ben cinque anni e mezzo: quali sono stati i principali ostacoli o le maggiori difficoltà che avete incontrato lungo il percorso, o comunque quali le parti più impegnative del lavoro?
Per mettere a punto un intervento occorre intanto una fase di studio e di ricerca, quindi il tempo rimanente è stato dedicato a un’esecuzione molto meditata, perché la pulitura è sempre un atto critico, molto complesso. Il progetto poi ha riguardato due aspetti: la struttura lignea, che aveva grossi problemi, e la superficie pittorica che era ormai quasi del tutto illeggibile per un accumulo di materiali non originali stratificatisi sopra nei secoli a causa dei vari interventi di manutenzione. Naturalmente, oltre a questo, sia in fase di preparazione e di studio, sia nel corso del restauro, sono state raccolte importantissime osservazioni e analisi per la ricostruzione di quella che è la tecnica artistica di Leonardo, del suo processo creativo, dei suoi continui cambiamenti.
Parlando proprio del processo creativo, quali nuove informazioni abbiamo ottenuto in proposito grazie a questo intervento?
Soprattutto le diverse fasi di costruzione della pittura, a cominciare dalla costruzione degli strati della preparazione, che non si conoscevano. E poi
le varie fasi di disegno: c’è una prima impostazione prospettica molto rigorosa con sottili incisioni, poi una prima fase disegnativa lineare, una prima
fase di ombreggiature azzurrognole, una seconda fase disegnativa a pennello, una seconda fase di ombreggiatura che è quella che si vede in molte parti,
di colore oggi apparentemente più sull’ocra-marrone, e infine ci sono le parti più avanzate con già delle luci, della biacca usata per dare massima
luminosità in alcuni punti: sono zone in cui il processo di costruzione è finito e attende solo la velatura dei colori locali.