Quando nel 523 d.C. hanno fine ufficialmente i giochi gladiatori, il Colosseo cade in disuso ma non viene del tutto abbandonato. C’è una storia parallela che a partire dal VI secolo vede riutilizzare il monumento in qualcosa di ben diverso dall’uso precedente, e il Colosseo rinasce trasformandosi in vario modo, da castello a luogo di pascolo, da rifugio ideale di eremiti a cava di travertino o luogo per la via Crucis. È così che poco a poco diventa l’incarnazione delle continue metamorfosi della città, fino a quando, liberato dal giogo del suo illustre passato, prende nuova vita proiettandosi nel nostro immaginario collettivo.
Grandi mostre. 7
Il Colosseo a Roma
IL CERCHIO
MAGICO
Una mostra dedicata a uno dei monumenti antichi più noti di Roma. Le ragioni del suo fascino e quelle per cui è diventato un simbolo eterno.
Anna De Fazio Siciliano
Ma come ha fatto a diventare l’icona che ancora è? Sono state le scene con le matrone avvolte nella stola, i cittadini togati, le cruente battaglie, i lussuosi banchetti fissati nelle pellicole dei cosiddetti “peplum”? O è grazie agli scorci incantati diffusi dalle stampe antiche, dagli acquerelli secenteschi e dalle splendide incisioni di Piranesi? O piuttosto è per via della sua forma? Come se la magia della sua circolarità (in realtà è un’ellisse) racchiudesse in sé la forza stessa della “rovina”.
La mostra Colosseo. Un’icona, la prima dedicata interamente al monumento, allestita al suo stesso interno in dodici sezioni, delinea quanto
- con i suoi circa 180 x 160 metri di ampiezza - il Colosseo rappresenti davvero, nella nostra cultura, una traccia indelebile, il segnacolo eterno
di una memoria condivisa che rimbalza ancora nella nostra coscienza e nell’intero patrimonio simbolico occidentale. Con quel fascino decadente che
solo un rudere sa trasmettere, a segnare la sua eternità come simbolo c’è più d’una ragione. E una almeno va rintracciata nella sua storia,
incredibile fin dall’inizio.