Storie a strisce
UNA BOLOGNA
MAI VISTA
di Sergio Rossi
Negli anni Settanta, Carlo Fruttero e Franco Lucentini, che curarono la rivista di fantascienza “Urania” per più di un quarto di secolo, dissero che non era credibile che un extraterrestre atterrasse a Lucca, stabilendo così che una via italiana alla fantascienza non fosse possibile. Sarebbero stati smentiti solo negli anni Novanta quando, proprio su “Urania”, esordì il personaggio dell’inquisitore Nicolas Eymerich creato da Valerio Evangelisti. In realtà autori italiani di fantascienza ce n’erano già, solo che circolavano tra pochi adepti o sotto pseudonimo inglese.
Lo stesso accadeva con il giallo italiano, a parte i romanzi di Giorgio Scerbanenco, scomparso nel 1969, e quelli di Loriano Macchiavelli con il
poliziotto Sarti Antonio della questura di Bologna, adattati (questi ultimi) anche per la televisione con Gianni Cavina nei panni del protagonista.
Pure in questo caso il fenomeno si formò negli anni Novanta grazie ad autori come Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Massimo Carlotto e soprattutto
Andrea Camilleri, il cui commissario Montalbano è diventato un best seller in libreria come in televisione, fino a creare una nuova generazione di
scrittori come Antonio Manzini, Francesco Recami, Marco Malvaldi, Maurizio de Giovanni, Giampaolo Simi e Alessandro Robecchi (e ne dimentichiamo
molti altri).

