Blow up BURTYNSKY, MULAS, AMENDOLA di Giovanna Ferri (Aosta, Centro Saint- Bénin, fino al 1° ottobre, www.regione.vda.it): trenta immagini a colori di grande formato sul processo di trasformazione dell’ambiente determinato dall’essere umano, soggetto principale del fotografo canadese (1955). Mantenendo uno sguardo d’insieme rigoroso ma nello stesso tempo attento ai particolari, puntando sull’essenzialità dello scatto, giocato sull’eleganza e sul forte impatto estetico, l’autore porta l’osservatore non solo a valutare la bellezza e la geometria della visione ma anche a consolidare la presa di coscienza sulle responsabilità individuali e collettive rispetto allo sfruttamento delle risorse naturali del pianeta. «La percezione delle mie opere rientra in una scomoda contraddizione. In termini psicologici si potrebbe definire come dissonanza cognitiva: due emozioni opposte nello stesso momento» (da una conversazione di Burtynsky con Enrica Viganò, co-curatrice della mostra). E dward Burtynsky. L’uomo e la terra Edward Burtynsky, Residui di nichel n. 31, Sudbury, Ontario 1996. (Milano, Palazzo Morando, fino al 6 settembre, www.civicheraccoltestoriche. it) sintetizza circa cinquant’anni di carriera della fotografa lombarda (1935), che ha dedicato al ritratto il nucleo fondamentale del suo lavoro. Artisti, designer, galleristi, scrittori, editori, imprenditori, registi, stilisti italiani e stranieri (milanesi di nascita, di adozione o di passaggio) sono stati colti dall’obiettivo di Mulas (sorella di Ugo) con profonda empatia e verità. Testimoni rappresentativi di un’epoca che hanno animato la scena sociale e culturale della città dalla seconda metà del secolo scorso fino quasi ai giorni nostri. Obiettivo Milano. 200 fotoritratti dall’archivio di Maria Mulas Maria Mulas, Umberto Eco (1980). (Pistoia, Palazzo del Tau, dal 14 luglio al 10 settembre, www.fondazionemarinomarini.it) ricorda lo scultore pistoiese (1901-1980) negli scatti del fotografo (1938, anche lui di Pistoia), noto per aver immortalato i protagonisti dell’arte del Novecento (tra gli altri, oltre a Marini, Burri, Manzù, Kounellis, de Chirico, Warhol) e le sculture del Rinascimento italiano. Dotato di particolare sensibilità, Amendola ritrae Marini, conosciuto a metà anni Sessanta, quasi sempre vicino alle sue opere, senza tralasciare però momenti di svago e di vita quotidiana. Marino nell’immagine di Aurelio Amendola Aurelio Amendola, Marino Marini, Milano 1968. IN BREVE: Vivian Maier. Una fotografa ritrovata Genova, Palazzo ducale dal 23 giugno all’8 ottobre www.palazzoducale.genova.it Steve McCurry. Mountain Men Bard (Aosta), Forte di Bard fino al 26 novembre www.fortedibard.it