Parigi, VIII arrondissement sulla rive droite. Una strada elegante, rue la Boétie. Motorini, auto, furgoni disturbano la quiete di questa zona famosa per gallerie d’arte, negozi, alberghi di lusso, palazzi di un’alta borghesia che non pare esente dalla crisi. Lo segnalano serrande chiuse, vetrine che spesso cambiano insegne, mesti cartelloni di grandi appartamenti in vendita. Non si vedono molti giovani, che preferiscono il Marais, le Halles e il Beaubourg o il Quartiere latino sulla rive gauche, più inflazionato dal turismo. Forse qui i giovani (almeno quelli non appartenenti alle classi più agiate) non si sono visti in gran numero neanche cent’anni fa, quando i bohémien frequentavano Montmartre e Montparnasse. Qui tuttavia, a partire dal 1918, abitò Picasso, al numero 23. Non faceva più vita da bohémien. Aveva sposato la ballerina Olga Chochlova, ed era noto ai primi estimatori del cubismo. In vacanza a Biarritz aveva conosciuto Paul Rosenberg (1881-1959). Il mercante, suo coetaneo, veniva da una famiglia ebrea di Bratislava, che aveva fatto fortuna col commercio del grano. Fra i due fu intesa a prima vista. Rosenberg ottenne il diritto di prelazione sulle opere dell’artista, e gli procurò il grande appartamento in rue la Boétie, accanto al suo.