Studi e riscoperte
Tiziano e la sua influenza sulla pittura spagnola e olandese del Seicento

L’IMPONDERABILE BELLEZZA
DELL’ESSERE

Quante vite può avere l’arte di un pittore come Tiziano? Molte a giudicare dall’eredità lasciata dal maestro del Cinquecento a Velázquez, Goya, Rubens e Rembrandt. Non a caso, ognuno, a proprio modo, ha raccolto e approfondito la ricerca del genio cadorino, permeata dalla volontà di dare corpo alle fugaci percezioni dell’esistenza.

Mauro Zanchi

Una delle vie per comprendere la complessità e la grandezza di un’opera d’arte induce a fare salti nel tempo, sia indietro sia in avanti. Soprattutto questa via è percorribile per mostrare la grandezza della pittura di Tiziano. Vedendo ciò che è venuto prima e dopo, nel processo evolutivo della storia dell’arte, si fa luce su ogni coraggiosa scelta formale e concettuale avvenuta in un determinato periodo storico, in avanguardia rispetto ai pittori contemporanei o troppo avanti nella progressione evolutiva tanto da essere visibile nelle opere di altri artisti nati qualche secolo dopo.

Un luogo d’elezione per verificare il genio cadorino è il Prado di Madrid. Tiziano era divenuto il pittore preferito dell’imperatore Carlo V e della corte spagnola, tanto da essere nominato persino Conte palatino e Cavaliere dello sperone d’oro. Nelle sale del museo madrileno si possono facilmente mettere a confronto le tele di Tiziano con le opere dei grandi del Seicento spagnolo e olandese: sostare sulla materia pittorica, sulla sintassi cromatica, sulle scelte iconografiche, sulle soluzioni formali. E dopo aver ammirato le tele di El Greco, Velázquez, Ribera, Rubens, Van Dyck, Rembrandt, andando di nuovo a guardare da vicino le opere di Tiziano si appura di essere di fronte a un maestro assoluto, che ha influenzato gli altri fuoriclasse dell’arte retinica(1), dai pittori del Seicento agli impressionisti dell’Ottocento. Uno dei più inequivocabili esempi, modello di riferimento utile per fare confronti diretti, è il Ritratto di Carlo V a cavallo (1548), già studiato con ammirazione da Velázquez per i suoi ritratti equestri, soprattutto quello dipinto per Filippo IV nel 1635. Il modello tizianesco influenzerà pure Rubens e Rembrandt. Anche Goya si rifà ai suoi illustri predecessori per la serie di ritratti equestri ai nobili spagnoli. Per ogni fruitore di opere d’arte è utile guardare una tela cinquecentesca alla luce di quelle dipinte da altri maestri di epoche successive. Perché il flusso del pensiero e delle intuizioni scorre da un periodo storico all’altro, in continuità temporale o saltando a piè pari vari secoli. Ma torniamo alla grandezza di Tiziano.