Come anche Nizzoli, e poi insieme agli altri collaboratori dello Studio Boggeri - fondato nel 1933 a Milano con forte ispirazione Bauhaus - Carboni seppe poi rinnovarsi col pionieristico uso della fotografia: fotomontaggi come quelli adottati per i manifesti dell’Olio Shell si proponevano chiaramente come novità estreme e gareggiavano con le creazioni di professionisti arrivati in Italia da altri paesi, come Albe Steiner, Imre Reiner e l’ex allievo Bauhaus Xanti Schawinsky che nel 1934, ancora in forma grafica tradizionale, ideò un’immagine fortissima per la neonata Illy Caffè.

Il loro linguaggio era destinato a svilupparsi ampiamente nel secondo dopoguerra, quando lo Studio Boggeri creò per la Olivetti, la Pirelli, la
Dalmine, esprimendo oramai qualcosa di profondamente diverso dalla grafica illustrata delle origini, meglio definibile come graphic design.
La Prima mostra nazionale del cartellone e della grafica pubblicitaria del 1936 era stata anche per questo buona precorritrice: al concorso per cartelloni per propaganda turistica con tema “Quattro stagioni in Italia”, erano risultati selezionati i lavori di Walter Resentera, Giaci Mondaini, Costantino Nivola, Ruggero Michaelles (Ram), tutti orientati verso l’uso sperimentale della fotografia.