A chi adesso cammini a porta Volta, a ridosso della Chinatown milanese, appare fuori scala una teoria di portali in parallasse come ossa di case abitate da giganti, attraversata da una serie di strutture orizzontali sostenute da pilastri che ricordano le proporzioni monumentali del duomo, la cui verticalità è affondata nel sottosuolo per una porzione quasi uguale a quella fuori terra. L’edificio è occupato su circa 2700 metri quadrati dalla Fondazione Feltrinelli, su 7500 metri quadrati dalla nuova sede italiana di Microsoft. L’edificio appare esattamente come nello schizzo dello
studio Herzog & de Meuron, una struttura a pettine, come una scultura di Donald Judd, progettata a partire dal 2009, ma sognata da almeno dieci anni
prima. Nonostante non sia un grattacielo, è un’architettura dalla verticalità potente, giocata sulla forza di contrasti non mediati. Da un lato gli
architetti hanno reinterpretato la forma urbana ricostruendola, dall’altro hanno cercato un edificio radicato quanto aereo. La ricostruzione della forma
urbana consiste nell’allineamento della teoria di portali alla sede delle mura seicentesche, e nella rievocazione della passeggiata pubblica sopra le
mura, come era prima della trasformazione risorgimentale dell’area in un grande vuoto, sede dei magazzini della Feltrinelli Legnami. L’intervento
di Herzog & de Meuron è una messa in questione del significato di monumento in architettura, proprio come appare nelle riflessioni dell’ultimo libro
del loro maestro Aldo Rossi, Autobiografia scientifica(1). Nelle intenzioni del committente la nuova sede è un sogno realizzato, il segno dell’utopia possibile. Jacques Herzog e Pierre de Meuron da un lato
hanno voluto uno spazio trasparente, pubblico, aperto, in cui esterno e interno, struttura e funzione, uso e forma coincidono del tutto, dall’altro
hanno mantenuto fede a un impegno pragmatico, immaginando, con il committente Carlo Feltrinelli, uno spazio fisico che incarnasse l’idea di felicità
pubblica del XXI secolo. Anche Microsoft - che con i suoi spazi di lavoro abita e usa una superficie maggiore di quella della fondazione - mutua però,
dal suo programma, una forte attenzione per lo sviluppo sostenibile, per l’uso della tecnologia al servizio del bene comune.