Paphos (o Pafo), nell’isola di Cipro, vive intensamente questo 2017 come Capitale europea della cultura. Sì, Cipro “europea”: l’isola di Afrodite, da sempre oggetto, nelle rotte mediterranee, di frequentazioni di ogni tipo, ha nel Vecchio Continente, e nella civiltà greca, un forte punto di riferimento. Già nel Neolitico sono presenti insediamenti come quello di Chirokitia (VII-VI millennio a.C.); nell’Età del bronzo (2300-1050 a.C.) s’avvia lo sfruttamento delle ricche miniere di rame.
Ma è la crisi dei centri micenei in Grecia (XV-XIII a.C.) a determinare un afflusso di rifugiati e ad avviare una forte ellenizzazione, che poi si
combina con la presenza dei fenici. Si formano “regni” (città-stato), uno dei quali proprio a Paphos: ma sette re nel 707 a.C. si sottomettono
all’Assiria. Dagli assiri si passa ai persiani, contro cui alcuni centri ciprioti si ribellano nel 497, insieme con le città greche d’Asia Minore.
Conquistata nel 333 da Alessandro Magno, l’isola in età ellenistica (323-331 a.C.) è annessa all’Egitto dei Tolemei. Inglobata dai romani nella Cilicia
(58 a.C.), diviene nel 22 a.C. provincia a sé; sarà poi evangelizzata da san Paolo e dal compagno cipriota Barnaba.