IN DIALOGO CON LACONTEMPORANEITÀ

Con quel Grande cavallo Marino avviava invece una nuova fase, nella quale la riflessione su Guernica di Picasso aveva arricchito l’antica iconografia di un deciso dinamismo, ora più scopertamente allusivo alle vicende della storia.

I Cavalieri che seguirono la mostra newyorchese del 1950, pericolosamente riversi quasi orizzontalmente sulla groppa della cavalcatura, o diagonalmente sbilanciati a moltiplicare le prospettive visuali come in un movimento rotatorio, consentiranno a Marino di verificare il quoziente di vitalità implicito nella rappresentazione congiunta dell’animale e della figura umana, fino alle opposte invenzioni dei Miracoli: il cavallo si abbatte a terra mentre il cavaliere si inarca indietro per contrastare la caduta, o, viceversa si impenna verso l’alto mentre il cavaliere precipita.

Cavaliere (1952-1953), legno policromo; Otterlo (Paesi Bassi), Kröller-Müller Museum.


Miracolo (1956), bozzetto, bronzo; Pistoia, Fondazione Marino Marini.