«La speranza è che baleni qualcosa di simile alla verità, un senso della vita o perfino di grazia, se non altro nell’opera»(1). Per più di sessant’anni Jasper Johns ha condotto un’intensa indagine sul mondo visivo e sulla reazione che questo scatena nell’uomo, in tutta la sua complessità psicologica, nutrendo un’incessante aspirazione verso «qualcosa di simile alla verità». L’arte di Johns è un promemoria sistematico di come questa verità non sia un fatto compiuto ma venga rivelata tramite i significati stratificati e mutevoli che emergono dal processo della percezione.
Le salde abitudini che regolano il vedere, il percepire e il pensare rendono la verità invisibile. Si ha un barlume di grazia quando i sensi si
risvegliano e quando nuovi modi di approcciarsi al mondo, perfino agli oggetti ordinari, offrono uno scorcio di questa verità.
Johns è noto principalmente per le opere iconiche e influenti realizzate nel primo decennio della sua carriera. Tra queste vi sono dipinti e sculture
che simulano elementi familiari come bandiere americane, bersagli, numeri arabi, lampadine o lattine di birra, opere dotate di chiarezza concettuale che
guardano alla natura dell’oggetto artistico e sollevano interrogativi sul modo in cui la percezione plasma il significato. Pur mantenendo vivo questo
interesse iniziale, Johns ha continuato a modificare ed espandere le sue immagini e strategie formali, e sempre più spesso si è concentrato su una vasta
gamma di esperienze umane tra cui memoria, perdita emotiva, creatività, dubbio, infanzia e invecchiamento.