Grandi mostre. 5
Konrad Mägi a Roma

IL SENTIMENTO
DEL COLORE

L’importante retrospettiva che la Galleria nazionale dedica al pittore modernista estone Konrad Mägi rivela l’opera di un maestro inquieto e originale, dalle sperimentazioni cromatiche audaci, innamorato della luce e dei paesaggi italiani.

Ilaria Ferraris

tra gli eventi promossi nel corso del semestre di presidenza estone dell’Unione europea e come preludio alle celebrazioni per il centenario della Repubblica estone del prossimo anno, apre alla Galleria nazionale a Roma un’importante retrospettiva, a cura di Eero Epner, dedicata a Konrad Mägi (1878-1925), esponente di quel modernismo nordeuropeo, di matrice fauve e tangente all’espressionismo, che annovera tra le sue fila anche il norvegese Edvard Munch.

Accanto a un importante nucleo di ritratti, nella sua produzione prevalgono, come numero di opere, i paesaggi, dall’atmosfera magica e solenne, caratterizzati dall’afflato mistico nei confronti del mondo naturale tipico della pittura nordica, col ricorso a una notevole varietà di soluzioni stilistiche, tutte ugualmente incentrate su un uso del colore audace e originale.

Mägi è stato uno dei protagonisti della recente mostra al Museo Novecento di Firenze, Visioni dal Nord. Pittura estone dalla collezione Enn Kunila, 1910-1940 (4 marzo - 21 maggio 2017), insieme ad altri artisti suoi conterranei come Nikolai Triik e Ants Laikmaa, che all’inizio del Novecento vollero staccarsi dal tradizionale realismo di impronta accademica in voga nel proprio paese per guardare alle nuove tendenze sorte in Norvegia e in Finlandia, interpretate da Munch e Akselj Gallen-Kallela, ma anche a San Pietroburgo e nelle capitali europee, come le varie correnti postimpressioniste e l’espressionismo, in un clima di grande fervore intellettuale e creativo che non si interruppe fino alla seconda guerra mondiale, quando l’occupazione sovietica impose i propri dettami alla scena artistica estone.