Monte Oliveto Maggiore non è soltanto un’abbazia nella quiete discosta dei cipressi, pini, olivi e querce nella Valle dell’Ombrone, in provincia di Siena, comune di Asciano: è anche un palinsesto d’arte; un compendio assoluto di pittura e architettura, perché nel 1313 Bernardo Tolomei lo fonda ritirandosi dal mondo a quarant’anni, e i monaci hanno poi arricchito il monastero di capolavori preziosi, una profonda spiritualità e un’omogeneità assoluta. Basti pensare al ciclo delle Storie di san Benedetto che, nel portico (per fortuna, protetto da vetrate) adorna l’intero Chiostro grande. Tra paraste dipinte, trentacinque affreschi: nove realizzati da Luca Signorelli tra il 1497 e il 1498, finché l’artista non va a Orvieto per lavorare al Finimondo e alle Storie degli ultimi giorni nella cappella di San Brizio del duomo (iniziata dal Beato Angelico e Benozzo Gozzoli); e gli altri, dal 1505, dal piemontese Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma. Suoi anche un autoritratto, nonché le effigi di Leonardo e Botticelli giovani, e dello stesso maestro che l’aveva preceduto su quelle pareti.
Fin dall’ingresso, nello straordinario complesso, ci accoglie una terracotta della scuola dei Della Robbia; un capolavoro del Sodoma è il viatico
per entrare in chiesa; e il coro ligneo di fra Giovanni da Verona, del 1503, tra le opere di tarsia più mirabili (uccelli, fontane, vedute di Siena)
nella penisola. E c’è molto altro ancora. Un caposaldo della cultura italiana, figurativa e non.
Qualsiasi paese, un tesoro del genere, perfino di proprietà dello Stato, se lo terrebbe assai caro: lo accudirebbe, non gli farebbe mancare né la
manutenzione, né il proprio sostegno. E infatti, qui, per una ventina d’anni, ha lavorato uno tra i maggiori restauratori italiani, Daniele Rossi.
Adesso, dopo aver ripristinato la Visitazione di Jacopo Carucci, detto il Pontormo, nella propositura dei Santi Michele e Francesco nel Comune
di Carmignano (Prato), Rossi ha appena finito di lavorare sulle due immense opere (sempre del Pontormo), nella chiesa di Santa Felicita a Firenze:
l’affresco con l’Annunciazione e la tavola della Deposizione, esposta fino al 21 gennaio 2018 a Palazzo Strozzi per la mostra
Il Cinquecento a Firenze.