che si contendevano il controllo del potere a discapito della famiglia imperiale. Gli scontri si conclusero nel 1185 con la vittoria di Yoritomo, il leader dei Minamoto, che nel 1192 fu proclamato “shōgun” (“generalissimo”), inaugurando così un lunghissimo periodo di dittatura militare, durato fino al 1868. Inizia così la lunga storia della figura del “samurai”. L’educazione e le abitudini di vita dei militari, impostate su una rigida disciplina fisica e mentale, contrastavano apertamente con quella fiacchezza che nella parte finale del periodo Heian aveva caratterizzato la corte imperiale. Per contrassegnare questa distanza con Kyoto, Yoritomo decise di stabilire il suo quartier generale a Kamakura, un borgo marinaro sulla costa orientale dell’isola di Honshu‐ . Alla sua morte, l’effettivo controllo del potere militare (“bakufu”) passò nelle mani della famiglia Hōjō. I sovrani che si avvicendarono nel XIII secolo assistettero impotenti allo svolgersi degli eventi, finché l’imperatore Go Daigo (1288-1339) non tentò di riportare il governo a Kyoto. Il sovrano dovette però fare i conti con un altro ramo della famiglia imperiale che aveva ottenuto il supporto militare dello “shōgun” Ashikaga Takauji (1305-1358), e per questo decise di trasferire la sua corte a sud di Kyoto, tra le montagne di Yoshino. La seconda metà del XIV secolo fu dunque piuttosto turbolenta, e il periodo è noto come Nanbokuchō, delle “corti del sud e del nord”.

