Storie a strisce CONTRABBANDIERI DI STORIE di Sergio Rossi Le loro vite e quelle dei loro cari sono il punto di partenza dei graphic novel di Teresa Radice e Stefano Turconi, popolati da personaggi in cerca del proprio posto nel mondo. Li abbiamo intervistati per capire nel dettaglio il loro lavoro eresa Radice e Stefano Turconi sono una coppia nella vita e nel lavoro. Lei scrive, lui disegna, ma sempre in due stanze separate della stessa casa vicino al lago di Como, tanto che lei gli manda le sceneggiature via mail. Hanno cominciato a lavorare insieme per “Topolino” - bellissima la loro versione del classico di Robert Louis Stevenson uscita sullo stesso settimanale - e continuato con quattro graphic novel e una serie di racconti per bambini editi da Bao Publishing, poi tradotti in diversi paesi e premiati in molti festival. Tra i riconoscimenti ottenuti ricordiamo il Gran Guinigi (edizione 2020) assegnato da Lucca Comics & Games a Teresa Radice come miglior sceneggiatrice italiana. t L’isola del tesoro L’ultimo graphic novel della coppia si intitola (208 pagine a colori, cartonato, Bao Publishing) ed è ambientato nel 1943, nella Russia della seconda guerra mondiale travolta dall’invasione dell’esercito nazifascista. Sin dal loro esordio nel 2015 con , Radice e Turconi hanno subito messo in chiaro che a loro piacciono storie piene di personaggi che si muovono in ambientazioni ricostruite con accuratezza, sulla scia di maestri come Hugo Pratt e Vittorio Giardino, e precisi riferimenti letterari, musicali e cinematografici. La terra, il cielo, i corvi Il porto proibito Li abbiamo intervistati per approfondire il loro approccio e il loro lavoro. «Le nostre storie nascono dai bisogni, dalle sensazioni che abbiamo dentro», dichiarano insieme, «in questo senso i nostri libri sono tutti “autobiografici” anche se sono ambientati nell’Inghilterra del Settecento, come o , oppure in Russia, come . Anzi, il nostro titolo più autobiografico in assoluto non è come pensano tutti Ricordati di andare, l’unico finora ambientato ai nostri giorni in quella Siria che abbiamo visitato anni fa e dove abbiamo incontrato l’ancora scomparso padre Dall’Oglio, ma proprio , dove abbiamo raccontato la perdita e l’elaborazione del lutto di una persona da noi molto amata attraverso marinai, battaglie navali e avventure alla Robert Louis Stevenson». Il porto proibito Le ragazze del Pillar La terra, il cielo, i corvi Il porto proibito La copertina di La terra, il cielo, i corvi (Bao Publishing, Milano 2020), di Teresa Radice e Stefano Turconi. Ci raccontano che l’idea di è nata direttamente dalle loro famiglie: uno zio di Stefano è davvero tornato a piedi dalla Russia dove era andato in guerra e dove è stato aiutato dai contadini locali, mentre il padre del protagonista è un omaggio al nonno di Teresa che, come lui, non parlava mai. La terra, il cielo, i corvi «Uno dei figli di mio nonno è davvero scomparso nella campagna di Russia», continua Teresa, «non abbiamo mai saputo se fosse morto o se si fosse rifatto una vita, ma quando abbiamo trovato alcune sue cartoline mandate dal fronte, è scattato il desiderio di raccontare cosa avrebbe potuto accadergli». Il protagonista e narratore di questo graphic novel è l’alpino Attilio Limonta: scappato da un campo di prigionia russo, tenta di salvarsi la pelle insieme a due compagni di sventura, il tedesco Fuchs e il russo Vanja, soldato nemico preso in ostaggio durante la fuga. Attilio non parla una parola di russo, al massimo qualcosa di tedesco, e comunica a gesti sia con i due amici sia con i contadini russi con cui viene in contatto. Alcune tavole da La terra, il cielo, i corvi. Radice infatti non traduce i dialoghi in tedesco e in russo, facendo provare al lettore quello stesso panico da incomunicabilità che vive il personaggio principale. Il racconto alterna scene ambientate in Russia con altre che mostrano la vita in Italia di Attilio - con un passato da contrabbandiere in Svizzera - e gli avvenimenti che lo hanno portato nell’immensa taiga russa. Se le prime sono fitte di dialoghi e didascalie, le seconde sono invece mute, ed entrambe sono rese in maniera suggestiva dai colori e dal segno di Turconi, soprattutto quando ritraggono le montagne, i laghi, la neve e gli animali selvaggi che evitano con distaccata impassibilità quei bipedi in guerra che disturbano i ritmi della loro vita. «Un altro punto comune a tutte le nostre storie è raccontare personaggi alla ricerca del proprio posto nel mondo, un posto che può essere anche molto lontano da dove sono nati, perseguito con tenacia nonostante tutte le difficoltà incontrate nel loro cammino. Come la guerra, in questo libro e in Ricordati di andare, oppure come la riparazione di un torto subito in Il porto proibito ». E in mezzo alla loro ricerca c’è sempre un’umanità che accoglie i diversi personaggi a dispetto dei confini, dei conflitti e delle differenze di lingua, perché salvando loro salva se stessa. Anche per questo, ma non solo per questo, vale la pena leggere i libri di Teresa Radice e Stefano Turconi. Teresa Radice, Stefano Turconi La terra, il cielo, i corvi 208 pagine a colori, cartonato Milano, Bao Publishing www.baopublishing.it