Camera con vista


VENEZIA
E DOPO

di Luca Antoccia

In una stagione cinematografica così anomala, la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha consentito quest’anno l’accesso online in abbonamento a un pacchetto di film non in concorso. Chissà che questa scelta si riveli vincente anche in futuro, per garantire una circuitazione a film che quasi sempre restano appannaggio degli addetti ai lavori. Le sezioni “Venezia orizzonti” e “Biennale college cinema” hanno permesso di vedere in tempo reale e con una finestra temporale variabile di permanenza sul sito Mymovies una trentina di opere. Ne segnaliamo alcune perché l’incertezza della presente stagione cinematografica potrebbe far recuperare anche nel 2021 qualche uscita o potrebbe aprire vie impensabili per film di qualità.

Il più sorprendente: Gatto giallo, film kazako di Adilkhan Yerzhanov, tra il picaresco e il road movie, tra Malick e Kusturica, impreziosito da un’inaspettata citazione del dipinto di Andrew Wyeth, Il mondo di Christina.

Il più intrigante: il greco Mila di Christos Nikou, una storia distopica di una Grecia in cui sempre più persone perdono la memoria, una storia d’amore e di sospensione, con un finale di poesia, tra Antonioni e Lanthimos. Il più poetico e ispirato: Selva tragica di Yulene Olaizola, regista messicana che fonde documentarismo e sguardo al mito e allo sfruttamento sociale, il film più ricco di chiavi diverse. Il più intimo: Molecole, film d’apertura della mostra, di Andrea Segre, che in un documentario omaggia la laguna e la memoria del padre, inseguito anche attraverso filmini e fotografie che si intersecano con la città. Il tutto girato nella prima metà del 2020 a cavallo del lockdown, in una Venezia deserta e spettrale, con una ragazza gondoliera di professione a fare da nocchiero. Il più rigoroso è forse il film iraniano The Wasteland, ambientato in una fornace di mattoni che chiudendo licenzia i protagonisti.

Un bianco e nero neorealistico, ibridato da stilemi “nouvelle vague”. Un degno rappresentante della seconda ondata iraniana. Infine il più surreale e leggero, anche considerando da dove viene, il palestinese Gaza Mon Amour. Tarzan e Arab Nasser trovano una chiave godibilissima per raccontare dal di dentro i problemi della striscia di Gaza, compresa l’ottusità della polizia palestinese. Il ritrovamento in mare di una statua dagli attributi speciali scatena una ridda di situazioni che aiuteranno l’attempato protagonista nel suo sogno d’amore.