Cosa sarebbe stata l’arte del Novecento e contemporanea senza di lui? La domanda è legittima per pochi grandi, fra cui Marcel Duchamp (1887-1968) che ha davvero rivoluzionato il nostro modo di intendere l’arte e il ruolo dell’artista. Basterebbe pensare alla celeberrima Fontana del 1917, l’orinatoio industriale ovunque disponibile che, rovesciato con mano sapiente, è diventato opera fondamentale per sottolineare la preminenza del pensiero creativo sulla tecnica realizzativa. Ma c’è molto altro, e i visitatori del Philadelphia Museum of Art lo sanno bene quando si trovano di fronte a Nudo che scende le scale n. 2 del 1912. È una tela con una figura scomposta vagamente femminile, in cui Duchamp fu capace di coniugare come nessun altro il futurismo al cubismo facendo per questo indispettire perfino la Société des artistes indépendants parigina. Indimenticabile è poi il suo cosiddetto Grande vetro del 1915, anch’esso al Philadelphia Museum of Art, composto da due lastre di vetro suddivise da una sbarra e soprattutto da oli, vernici e molto altro; racconta la storia di una Vergine sposa.
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di Daniele Liberanome