STUDI E RISCOPERTE 1
STANLEY KUBRICK E WILLIAM HOGARTH

CHE SATIRA
TIRA?

STANLEY KUBRICK SI È LASCIATO ISPIRARE, PER FILM COME BARRY LYNDON ED EYES WIDE SHUT, DA ARTISTI RAFFINATI E SAGACI. TRA QUESTI, L'INGLESE WILLIAM HOGARTH CAPACE DI OFFRIRE ATTRAVERSO INCISIONI DISSACRANTI, IRONICHE E PUNGENTI IL RITRATTO DELLA SUA EPOCA.

Luigi Senise

Quando Stanley Kubrick realizza Barry Lyndon, nel 1975, sono trascorsi quattro anni dal film precedente, Arancia meccanica, ambientato quasi interamente a Londra e dintorni, che racconta le efferate vicende di un gruppo di giovani sbandati e il cui contenuto si potrebbe tradurre con questo concetto: anche la più inaudita violenza deriva da una società malata. Ma, evidentemente, il senso del film viene frainteso. E quando frange di delinquenti imitano le atrocità presentate nella pellicola, Kubrick toglie il film dal mercato. In Inghilterra, infatti, ne viene sospesa la proiezione, fino all’anno di morte dell’autore, 1999. 

Con Barry Lyndon, invece, il regista americano (naturalizzato britannico) firma una pellicola apparentemente priva di ogni riferimento sociale e politico, ispirandosi e alterando le opere dei pittori del Settecento inglese. Quella limpida luminosità che Thomas Gainsborough e Joshua Reynolds hanno infuso nelle proprie opere è resa vivida da Kubrick tramite le lenti ad alta risoluzione Zeiss - adottate fino ad allora soltanto dalla Nasa -, con cui il cineasta realizza ogni inquadratura, irrorata dalla luce naturale. Ma nonostante Kubrick abbia desunto dalla pittura britannica del XVIII secolo buona parte delle scene, l’unico quadro realmente riconoscibile all’interno del film è la grande tela di Van Dyck, il Ritratto di Philip Herbert, quarto IV di Pembroke, e la sua famiglia


SPETTATORI DAL CARATTERE FATUO ED EFFIMERO, DIAFANI VOLTI RIFLESSO DI UN PIÙ INTRINSECO SFACELO MORALE


Il regista ha sceneggiato il libro di William Makepeace Thackeray, Le memorie di Barry Lyndon, in cui si narra di un giovane irlandese che diviene soldato, diserta, sposa la ricca vedova lady Lyndon - con cui ha un figlio perduto prematuramente per una caduta da cavallo - e che a seguito di un duello col figlio della consorte (contrario alla seconda unione della madre), subisce l'amputazione di una gamba. Il libro è pervaso da una sfrontata ironia, il film è invece scandito dalla musica della celebre Sarabanda di Georg Friedrich Händel, che ritma l’andamento della narrazione, come fosse una marcia funebre(1). Questo senso di tragedia incombente, Kubrick lo ha desunto anche da William Hogarth, artista, appunto, del Settecento inglese, che inventa un genere pittorico oscillante tra il ritratto e la caricatura e che con un tratto sobrio e incisivo lascia intuire allo spettatore, come sosteneva l’amico scrittore Henry Fielding, «quel che i personaggi pensano». Nell’incisione Caratteri e caricature, Hogarth illustra nella parte bassa la differenza che intercorre tra una riproduzione realistica (a sinistra), prendendo come esempio tre volti di Raffaello, e una riproduzione mistificata (a destra) con quattro caricature ispirate da volti realizzati da Pier Leone Ghezzi, Annibale Carracci e da un viso grottesco di Leonardo da Vinci. Ciò che Hogarth intende comunicare con questa contrapposizione iconografica è che nel primo caso assistiamo a una resa vivida del carattere dei personaggi fino a una loro introspezione psicologica; nel secondo caso, invece, l’artista, ponendo l’accento sull’esagerazione e quasi mostruosità dei lineamenti fisici, sembra voler lasciare da parte gli aspetti più intimi degli effigiati che comunque trapelano in modo netto. 

Nel Pubblico ridente, Hogarth conferisce agli spettatori ritratti all’interno di un palco teatrale un’aura spettrale, rilevandone il carattere fatuo ed effimero. E in Barry Lyndon l’immagine hogarthiana è rielaborata da Stanley Kubrick nella sequenza in cui lord Ludd, circondato da una ridotta platea, gioca a carte con Redmond Barry - ovvero il futuro Barry Lyndon, il protagonista - e il nobile Chevalier di Balibari, formidabili bari. Per questa scena notturna, Kubrick accende centinaia di candele le cui fiammelle, tra luce e zone d'ombra, lasciano trasparire quanto i diafani volti delle persone coinvolte siano il riflesso di un più intrinseco sfacelo morale. È un’immagine che racchiude una visione politica del Settecento inglese, che Kubrick non avrebbe forse mai così puntualmente espresso senza l’incisione di Hogarth, attento cronista di quel tempo. Barry Lyndon, pertanto, non è soltanto un film storico ma è un’opera con un’anima profondamente ideologica.


William Hogarth, Caratteri e caricature (1743), New York, Metropolitan Museum of Art.


William Hogarth, Il pubblico ridente (1733), New York, Metropolitan Museum of Art.


Stanley Kubrick, frame da Barry Lyndon (1975).