AKSELI GALLEN-KALLELA E L’ITALIA 1895-1950
Il viaggio di formazione, il revival dei cosiddetti Primitivi, la pittura ad affresco, le mostre e la fortuna critica italiana: su questo indaga Maria Stella Bottai, da anni studiosa dell’artista finlandese Akseli Gallen-Kallela (Pori 1865 - Stoccolma 1931). Il libro è prefato da Maria Teresa Benedetti, patrocinato dall’Ambasciata di Finlandia e dal Dottorato di ricerca in storia dell’arte della Sapienza a Roma. Ne emergono le non sporadiche, fondamentali relazioni del pittore finlandese con l’Italia e la sua cultura (fin dal 1897), nonché le sue partecipazioni a mostre italiane, perfino con una monografica alla Biennale di Venezia del 1914. Gallen-Kallela, poi noto nel suo paese anche per monumentali cantieri decorativi, guardò a “Primitivi” come Simone Martini, Benozzo Gozzoli, Giovanni Bellini, Antonello da Messina, che copiò anche al Louvre, come documenta l’autrice, che ha rintracciato il suo nome nel registro dei copisti al museo parigino nel 1903. Proprio a Parigi Gallen-Kallela conobbe, forse nel 1900, Vittorio Pica, critico acuto caduto in disgrazia in epoca fascista, che lo considerava il maggior artista del suo paese.