Grandi mostre. 2
Aldo Rossi a Roma

IL TEATRO VENUTO
DAL MARE

Il viaggio per mare avventuroso e trionfale, da Venezia a Dubrovnik, del leggendario teatro del mondo, raccontato da chi partecipò all’impresa indimenticabile. Il progettista, Aldo Rossi, “architetto-poeta”, è ora celebrato da un’importante mostra a Roma.

Lauretta Colonnelli

La mattina del 10 agosto 1980, sul pigro mare veneziano di fronte a Punta della Dogana, fluttuava il Teatro del mondo. Un castello galleggiante, una sorta di campanile di San Marco in legno chiaro, con la guglia argentata e le finestre azzurre.

L’aveva progettato Aldo Rossi (1931-1997), pensando alla tradizione cinquecentesca delle costruzioni natanti, che la Serenissima utilizzava per certe occasioni pubbliche. E ai carnevali settecenteschi, con palcoscenici che navigavano sull’acqua. E agli antichi fari visti nel Maine, sulla costa settentrionale americana. Fece perciò costruire una macchina teatrale alta venticinque metri, stretta come un faro, con un’intelaiatura di lamiera e tubi d’acciaio rivestita di legno, e all’interno una cavea di duecentocinquanta posti con balconate aggrappate alle pareti e vista a strapiombo sulla scena.

Volle infine legare questo suo teatro all’acqua e al cielo, ripetendo nella composizione i colori e i materiali del mare veneziano. Affidò i lavori ai cantieri navali di Marghera. L’11 novembre del 1979 erano terminati. La torre galleggiante incoronata d’argento venne agganciata a un rimorchiatore che la trascinò lungo il Brenta e poi giù per il Canal grande fino al bacino di San Marco, dove la laguna lambisce il respiro del mare aperto. E lì, ormeggiata a fianco della basilica della Salute, fece mostra di sé alla Biennale di architettura diretta da Paolo Portoghesi.

«A me piaceva soprattutto il suo essere una nave, e come una nave subire i movimenti della laguna… in un luogo dove finisce l’architettura e inizia il mondo dell’immaginazione», avrebbe scritto molti anni dopo Aldo Rossi, quando il Teatro del mondo era ormai svanito.

Quella mattina d’estate si preparava a partire per il suo primo e ultimo viaggio: dodici giorni e quattrocento miglia di navigazione lungo le coste dell’Istria, della Croazia e della Dalmazia fino a Dubrovnik. Il programma prevedeva concerti e spettacoli della commedia dell’arte destinati agli abitanti dei villaggi e delle città dove il Teatro avrebbe attraccato.