Il primo autoritratto di Suzanne Valadon datato 1883 rappresenta la giovane donna a diciotto anni, i capelli raccolti, lo sguardo severo e diretto, senza ornamenti, specchio realistico della visione che l’autrice ha di se stessa. Nata il 23 settembre 1865 alle sei del mattino nel piccolo paese francese di Bessines-sur-Gartempe, oggi la storia dell’arte la conosce come pittrice emblematica della Montmartre di fine Ottocento e madre di Maurice Utrillo. Prima di divenire Suzanne, nome scelto da Henri de Toulouse-Lautrec, è però Marie-Clémentine alla nascita, Biqui per Erik Satie e la “terribile Maria” per Edgar Degas.
L’instabilità è fin da subito alla base dell’esistenza di Suzanne che, nei primi anni di vita, approda con la madre Madeleine a Parigi nella zona di
Montmartre, allora adiacente all’aperta campagna dominata dai mulini a vento. Fin dall’inizio Suzanne comprende che la scuola non è un ambiente adatto a
lei, preferisce girare per le vie del quartiere e disegnare ciò che vede su qualsiasi superficie di fortuna le si presenti. Nel 1876 interrompe
definitivamente gli studi e comincia a lavorare. Fa la fioraia, la cameriera, entra in un circo, ne rimane affascinata e pensa sia la sua strada fino a
quando un infortunio spezza il suo sogno. A sedici anni inizia a frequentare place Pigalle, luogo in cui gli artisti cercano modelli per le loro opere:
lì aspetta che qualcuno la scelga.
È giovanissima, un corpo esile e androgino, gli occhi grandi e innocenti e lunghi capelli. Puvis de Chavannes, pittore sessantenne, simbolista, rapito
dalla sua bellezza pura e selvaggia, la elegge in poco tempo a propria modella prediletta e amante. Con lui la giovane inizia ad assaporare i
piaceri di una vita agiata e a percepire che la sua persona sarà lo strumento attraverso il quale esercitare potere sul mondo. Poi è la volta di
Renoir, più giovane del collega che l’ha preceduto e anche lui capace di esercitare il proprio fascino su Suzanne, che sarà protagonista di molte sue
celebri opere come per esempio Ballo a Bougival. Con il pittore impressionista Valadon trova il coraggio di svelarsi come artista, mostrandogli alcuni
disegni. Renoir si rifiuta però di vedere in lei altri ruoli se non quello di modella, e il loro rapporto si conclude.