Grandi mostre. 5
Le signore dell'arte a Milano

Una partita tutta
al femminile

Una grande esposizione a palazzo reale riscopre e racconta la storia di artiste note e meno note, appartenenti all’alta borghesia, che tra Cinque e Seicento hanno dato prova della loro spiccata vena creativa.

Marilena Mosco

Che le artiste donne facciano fatica a emergere e a vedere riconosciuto il proprio talento è risaputo, e lo conferma lo scarno numero di opere a firma femminile esposte nei musei; la mostra Le signore dell’arte. Storie di donne tra ’500 e ’600 offre una panoramica che abbraccia non solo le fortunate artiste che hanno raggiunto la fama ma anche le meno note, rimaste nell’ombra o addirittura ignorate. Nel catalogo, il bel saggio di Gioia Mori intitolato E se Pablo fosse stata Pablita? pone una domanda che vale la pena esplorare ieri come oggi: e se Picasso fosse nato femmina? Avrebbe ricevuto la stessa considerazione?

Il titolo della mostra intende sottolineare il rango sociale delle artiste: “signore”, appunto, appartenenti all’alta borghesia, istruite o avviate all’arte dal padre artista, o dal maestro amico di famiglia, o educate in convento, nel caso di figlie costrette a lasciare al fratello il diritto di maggiorascato.

Disegnare e dipingere, suonare uno strumento, amare la lettura e sapere sostenere una conversazione sono le doti che le dame di palazzo, come ben spiega Il cortegiano - il trattato cinquecentesco di Baldassarre Castiglione -, devono avere per accedere al rango di “virtuose”.